NOI RESTEREMO QUI

Brani del discorso di Yair Lapid, leader dell’opposizione al governo Netanyahu, alla Knesset in occasione della visita del Presidente Trump

“Per due anni abbiamo atteso questo momento. Due anni di notti insonni. Due anni senza respiro nei polmoni. Oggi i nostri occhi sono colmi di lacrime. I nostri cuori sono colmi di gratitudine. I nostri figli stanno tornando a casa. Nel Talmud babilonese, un libro sacro del popolo ebraico, è scritto: “Chi distrugge una sola vita è come se avesse distrutto un intero mondo. E chi salva una sola vita è come se avesse salvato un intero mondo”.

Questo è un momento storico, e un promemoria che la storia è plasmata dalle persone. È plasmata da coloro che conoscono il passato ma hanno la visione per cambiare il futuro.

Il destino di Israele sarà sempre scritto dal popolo di Israele. Ora dobbiamo dimostrarci degni di ciò che è stato raggiunto. Fin dalla sua fondazione, Israele ha detto al mondo che la nostra forza, il nostro potere, si basano sui nostri valori. Israele è il Paese più forte del Medio Oriente perché è l’unica democrazia del Medio Oriente. Perché crediamo nei principi enunciati nella nostra Dichiarazione d’Indipendenza, che dice: “Israele assicurerà completa uguaglianza di diritti sociali e politici a tutti i suoi abitanti, senza distinzione di religione, razza o sesso. Garantirà libertà di religione, di coscienza, di lingua, d’istruzione e di cultura. Salvaguarderà i luoghi santi di tutte le religioni”.

Questi sono i nostri valori. Questo è ciò che siamo come popolo, come nazione. I nostri vicini devono comprendere un’altra cosa di noi: non andremo da nessuna parte. Il Medio Oriente è la nostra casa. Siamo qui per restare. Rivolgiamo un appello alle nazioni del mondo islamico, ai nostri vicini – Arabia Saudita, Siria, e altri: Siamo qui per restare. Possiamo fare grandi cose insieme. Venite a parlarci.

Dopo due anni di guerra, i popoli di questa regione dovrebbero guardarsi attorno e chiedersi: chi sta meglio? Coloro che hanno scelto la via della pace o coloro che hanno scelto la via della guerra? Chi ha investito nel proprio popolo, nell’educazione dei propri figli, nella scienza e nella tecnologia, o chi ha investito nell’odio e nella violenza?

Da qui voglio dire a tutti coloro che, negli ultimi due anni, hanno manifestato contro Israele nelle strade di Londra, Roma, Parigi e alla Columbia University: non rappresento il governo – come sapete, sono il leader dell’opposizione – e vi dico che siete stati ingannati. Siete stati ingannati. Esperti di propaganda, finanziati con denaro del terrore, vi hanno manipolati. Ora che la guerra è finita, avete il tempo e l’opportunità di informarvi e conoscere i fatti. La verità è che non c’è stato alcun genocidio. Non c’è stata alcuna fame intenzionale. La verità è che c’erano un esercito e un Paese che combattevano nelle condizioni più difficili immaginabili contro terroristi che mandavano a morire i propri figli per un fanatismo delirante, che usavano i propri bambini come scudi umani.

La verità è che uno Stato democratico è stato attaccato da un’organizzazione terroristica fanatica. 1.200 persone uccise in un solo giorno. Donne violentate. Neonati bruciati vivi. E mentre tutto questo accadeva, giocavano con le vostre menti, vendendovi l’assurda idea che sostenere il terrorismo islamico fosse in qualche modo un valore liberale. Nel mondo esiste il bene e il male. Quando state con Hamas, state con il male. Quando state con Hezbollah, state con il male. Quando state con il regime iraniano, state con il male. Quando state con Israele, state dalla parte della giustizia.

I nostri soldati eroici, che ci hanno salvato tutti, ripiegheranno le loro uniformi e si alzeranno come insegnanti, ingegneri, scienziati, innovatori, investitori e piccoli imprenditori.

Questa guerra è finita. Dovremo sempre restare vigili, pronti a difenderci da chi cerca la nostra distruzione. Ma lo Stato di Israele è sul punto di reinventarsi. Le sfide che ci attendono richiedono non solo forza, ma anche una nuova visione. È il momento di intraprendere un nuovo cammino: diventare una nazione avanzata, prospera e amante della pace. Abbiamo atteso questo momento: la fine della guerra, il ritorno degli ostaggi, la possibilità di trasformare il dolore e la perdita in energia per ricostruire il nostro Paese.

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