Il punto

Un’Italia che si defila sull’Ucraina in nome di Trump

Fin dal febbraio 2022 si era detto che l’Ucraina avrebbe costretto tutti a rivelare la loro vera identità. Così è emerso un variopinto mondo di filorussi italiani che hanno cominciato a recitare il loro copione: parliamo di pace, l’Ucraina non può resistere, basta con le armi, l’Europa vuole la guerra. Una scelta oggettiva di campo a favore della Russia sostenuta dal consenso di buona parte dell’opinione pubblica. Il pacifismo non è mai servito ad evitare le guerre e ha solo incoraggiato gli aggressori. Quello filorusso italiano è puro egoismo ottuso e illusorio fondato sulla speranza che il sacrificio dell’Ucraina accontenti la Russia e ci faccia guadagnare qualche mancia. Un errore clamoroso. La Russia vuole un impero e lo vuole a ovest disgregando l’Europa che, unita, ha la forza per bloccarla.

La Russia non è forte come vuol far credere. Non è riuscita a piegare l’Ucraina quando dipendeva totalmente dagli aiuti occidentali (sempre pochi e in ritardo per scelta politica). Putin ha creduto che l’arrivo di un suo vecchio amico (e collaboratore?) alla Casa Bianca gli avrebbe dato la vittoria. Trump infatti ha subito provato a distruggere Zelensky e a chiudere i rifornimenti di armi esaltando Putin come uomo di pace. Solo la reazione determinata di alcuni stati europei ha impedito l’assassinio dell’Ucraina. Per la sua difesa una nuova Europa sta emergendo. E l’Italia di Giorgia Meloni dove sta? Si defila, storce il naso, si attacca a Trump.

14 maggio 2025

C.L.