Nuove colonie in Cisgiordania una scelta sbagliata
Il governo israeliano ha approvato la creazione di 22 nuovi insediamenti in Giudea e Samaria e la creazione di quattro nuovi insediamenti lungo il confine con la Giordania.
Era questo il momento? No che non lo è. È questo il problema di Netanyahu e dei suoi alleati (almeno, visto da qui). Adesso che il vecchio satrapo (Abu Mazen al secolo Mahmud Abbas, per quelli che parlano di Palestina senza sapere niente) ha sostanzialmente iniziato a disarmare i campi profughi in accordo col Libano e ha fatto dire al suo delfino che è pronto a riconoscere Israele…
Netanyahu non vuole la pace, e ha le sue ragioni (più che altro, penali, se perde la cadrega, va probabilmente dentro). Ben-Gvir e soci, nemmeno. E hanno le loro ragioni che però condividono solo loro e i pochi che li votano: vorrebbero anche loro tutto, dal fiume al mare.
Il problema è che Netanyahu è abile. Basta vedere come ha smascherato le panzane dell’ONU sulla carestia: oplà, saltano fuori i magazzini pieni, salta fuori che l’ONU teneva in magazzino il cibo mentre diceva che entro 48 ore sarebbero morti tutti di fame…
Basta vedere che in Libano il Governo ora può disarmare (o almeno provarci) i campi profughi. Essi, detto per inciso, non saranno più basi militari, se li disarmano. Questo, nonostante gli occhi chiusi di Unifil (non stupisce, visto cosa esce da Gaza).
Basta vedere che manca poco che i Drusi di Siria chiedano l’annessione ad Israele (iperbole, ma non troppo; ora ne chiedono la presenza per essere difesi dai Musulmani, cioè chiedono loro di essere “territorio occupato” non so se è chiaro…).
Ma allora perché Netanyahu commette errori? Sì, errori. Quello che qualsiasi analista, anche della mutua, identifica come errore, se il punto è che non vuole la fine del conflitto, non diventa più un errore.
Alcuni, però rimangono, ed enormi.
1) la madre di tutti gli errori, la sottovalutazione di Gaza alla base del 7 ottobre. Questo lo rende ineleggibile, e lui lo sa: appena finisce la guerra, si vota e lui sparisce. E lo sa.
2) in guerra, se il tuo esercito è “dove l’avversario vuole che sia”, non conta se stai vincendo tecnicamente. Significa che stai perdendo. Questo va capito. E infatti, gli Europei, nonostante i cumuli di prove, fino alle ultime per cui viene fuori che sono le Nazioni Unite, di concerto con Hamas ad affamare i Gazawi occultando il cibo, continuano a parlare come se così non fosse. Ha perso la guerra dei cuori. E questo è folle. Certo che alcuni pensano che così si può provare ad annettere del territorio, tanto peggio non può andare. Ma peggio può andare: possono fare in modo che gli Arabi vincano la prossima guerra.
Ho capito che i coloni servono a impedire una militarizzazione del territorio tipo Gaza. Ma con buona pace di Ben-Gvir e compagnia, dovranno tornare in Israele, prima o poi. Questo è e non c’è alternativa.
Va pragmaticamente tenuto in conto che l’Europa è antiebraica, è ancora quella del caso Dreyfus. L’Europeo medio, odia gli Ebrei, gli piacciono i soldi del Qatar e degli sceicchi (perché comprano le squadre di calcio, secondo voi?), e ha paura degli islamici, per cui li blandisce, perché l’europeo medio è sostanzialmente un vile. L’Europa è -per ora- solo costretta a prendere atto delle dimensioni enormi delle ragioni di Israele, ma appena può fa passare la più bieca propaganda qatarina. E in questo contesto, ti metti su posizioni inaccettabili? E in questo contesto ti metti a portar là della gente che dovrai presto (si spera) riportare indietro?
Luca Schieppati (da facebook)


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