Conservatorismo corporativo
Il caso italiano è speciale. Un conservatorismo corporativo domina in alcuni gangli vitali dello Stato e impedisce ogni cambiamento dello status quo. Chi si domanda come mai in Italia è così difficile spendere per gli investimenti mentre è facilissimo sprecare soldi per sussidi, premi e bonus dovrebbe guardare in questa direzione. Il caso della Corte dei Conti che blocca la procedura per la costruzione del ponte sullo Stretto è solo l’ultimo di una lunga serie. Non si conoscono le motivazioni, ma si può essere certi che il pretesto giuridico non mancherà. Non è la prima volta che dagli snodi cruciali delle istituzioni supposti tecnici imparziali esercitano il loro potere per appoggiare le loro simpatie politiche.
Un caso clamoroso è quello dell’attuazione – bloccata da 25 anni – dell’art 111 della Costituzione quello del passaggio al sistema accusatorio che impone il “contraddittorio tra le parti, in condizioni di parità davanti a giudice terzo e imparziale”. Tutti capiscono che “terzo e imparziale” non si concilia con l’essere colleghi gestiti, valutati e giudicati dallo stesso organismo: il CSM. Logica vuole che le strade siano separate. Logica e garanzia per i cittadini che devono sapere di non avere di fronte una casta di intoccabili. La separazione è il primo passo; il secondo dovrebbe essere la responsabilità. Chi protegge un cittadino ingiustamente accusato da un PM? Oggi nessuno. Ovviamente la casta si ribella e grida all’attentato alla Costituzione anche se basta leggere l’art 111 per capire che l’attentato è non attuarlo
1 novembre 2025


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