Ditelo che siete sostenitori di Hamas
Anche se non ho condiviso il senso, le modalità e gli obbiettivi politici dei ProPal e della Flotilla, credo che la libertà di manifestare e scioperare, nel rispetto della legge, vada sempre garantita. Così vuole la democrazia in uno Stato liberale.
Se questo rispetto ieri ci sia stato o no lascio agli organi dello Stato valutare e regolarsi di conseguenza.
Detto questo non capisco perché i leader delle sigle che compongono la galassia dei ProPal, compresi quelli di certi partiti, non dichiarino apertamente di essere sostenitori di Hamas.
Ad esempio i collegamenti tra i promotori della Flotilla e i rappresentanti di Hamas sono ormai pubblici e mai smentiti. Perché rendersi ridicoli e non credibili continuando a negarli?
Perché questo ritegno su Hamas se, poi, si sostengono le sue tesi? Credo che in troppi abbiano scelto di rimuovere dalla loro coscienza l’efferatezza dei crimini di Hamas che per le loro modalità hanno superato quelle consumate nei lager nazisti.
Mi ha impressionato la retorica di una responsabile italiana della Flotilla che parlava del coraggio dei naviganti nel voler mettere il loro corpo tra gli israeliani e i gazawi a difesa di questi ultimi. Un coraggio indimostrato nella realtà, e che non lo sarebbe stato era chiaro fin dalla partenza.
In realtà ci sono corpi ben più dolenti dei loro. Corpi che si interpongono tra la coscienza a senso unico dei naviganti e la realtà che hanno rimosso, perché è l’immagine del loro indicibile.
Sono i corpi di intere famiglie ebree violentate e poi fatte a pezzi sotto gli occhi dei più piccoli perché terminassero la loro breve vita nella paura e nell’orrore. Sono i corpi dei neonati o dei feti estratti dalle madri ebree sventrate, lanciati in aria e colpiti come piattelli da tiro al volo. Sono i corpi dei bambini bruciati vivi perché ebrei e le loro ultime grida fossero l’unica musica consentita dai jihadisti. Sono i corpi delle ragazze e dei giovani ebrei, smembrati ed esibiti nell’esultanza laida degli “eroi”. Sono i corpi scheletrici degli ostaggi residui, torturati dai vigliacchi.
Parafrasando Golda Meir, potremo perdonarvi per la vostra oscura malattia, ma potremmo mai perdonarvi di averci costretto a ragionare con la vostra contabilità della morte?
Perché, certo, l’IDF ha sicuramente ecceduto in quantità nella reazione allo sterminio di massa del 7 ottobre, ma Hamas ha toccato vette ineguagliate nella qualità dell’efferatezza, che non si ricorda a memoria di vivente.
Tutto questo senza che l’8 ottobre e nei giorni seguenti fino ad oggi, qualcuno della schiera degli attuali umanitari, appiedati o imbarcati che siano, abbia fatto un fiato, convocato una manifestazione, indetto uno sciopero. Ogni tanto, a pressante richiesta, un rapido riferimento critico, volatile come una capriola di fumo.
Al contrario, da subito, dopo lo sdegno e la espressione della volontà di Israele di combattere per liberare oltre 200 ostaggi, si è levato il coro preventivo per fermare gli ebrei, i sionisti, che continuavano a ricevere migliaia di razzi sulle teste (oltre 16mila fino ad oggi). E poi la caccia vigliacca all’ebreo degli emuli di Hamas.
Gratta gratta, un poco alla volta sono venuti a galla i reticenti che da 80 anni trattenevano in pancia la convinzione dell’illegittimità dell’esistenza stessa dello Stato di Israele. La stessa tesi di Hamas e della jihad islamica che Hamas rappresenta nascosto dietro la sofferenza che impone al popolo di Gaza.
In quanto a complicità con l’orrore gli amici italiani di Hamas hanno tutto da insegnare a chiunque. Per questo fanno finta di non conoscerli e allestiscono l’ottovolante: partono umanitari, poi diventano politici (“non l’avevate capito?”), poi arrestati tornano umanitari, ma tornati a casa ridiventano politici.
Fa senso vedere interviste con giovani manifestanti “umanitari” che affermano che, potendo farlo, non libererebbero gli ostaggi. Incommentabile con linguaggio umano. E’ questa la Città Futura?
Comunque il mondo corre senza di loro, forse ci sarà pace e Hamas sparirà. Intanto è in vigore, da ieri, il cessate il fuoco non ufficiale deciso dall’IDF. Ma i media italiani, unici al mondo, parlano di Flotilla.
I manifestanti in buona fede presto capiranno di essere stati truffati. Portati in piazza per motivi politici del tutto estranei al loro umanitarismo reso, purtroppo, del tutto inutile dal velleitarismo chiacchierone superato dai fatti.
Chi si è mosso per un vero desiderio di pace, e per molti è stato così, verificherà presto, dall’andamento del piano di pace, chi vuole davvero la fine del conflitto e fondare lo Stato di Palestina in pace con Israele.
Da un post di Umberto Mosso
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