Il fallimento della Rai
Pago il canone e voglio dire la mia sullo spettacolino trasmesso su Rai 2 il 25 novembre. Che sia stata una provocazione e uno schiaffo in faccia è ovvio. Mostrare alle donne come fare la spesa al supermercato esibendo una femminilità da spogliarelliste, è roba per maschi in caccia di prede e di donne sottomesse ridotte alla condizione di oggetti sessuali sempre e dovunque.
Nei tanti commenti di condanna, però, è stato sottovalutato il contesto che ha permesso di usare in quel modo la TV pubblica. Si fa presto a descriverlo: i soldi arrivano per legge; manca la verifica del mercato; non c’è un vincolo ad una missione (cos’è il servizio pubblico? Boh). In questa cornice i dirigenti si sentono legati solo agli sponsor (politici o di altro genere) che li hanno portati in posti di responsabilità molto ben pagati. Non devono mica pensare ai risultati, tanto non rischiano nulla qualunque schifezza realizzino.
29 novembre 2020
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