Pedonabilità delle città: l’esempio di Vienna
Dalla newsletter greenkiesta (https://www.linkiesta.it/site/greenkiesta/) l’esempio di un modo di curare la convivenza civile nelle città.
Marciapiedi stretti, angusti e pieni di ostacoli; automobili in sosta irregolare che ti costringono a camminare ai margini della carreggiata; semafori calibrati esclusivamente sulle esigenze dei mezzi a motore; strisce pedonali spesso ignorate dagli utenti più forti della strada. Le città italiane, costruite per accogliere il boom della motorizzazione di massa del secondo dopoguerra, non sono pensate per chi si sposta usando le proprie gambe, figuriamoci una bicicletta.
Nel 2023, secondo i dati dell’Osservatorio Asaps, nel nostro Paese sono morti quattrocentoquaranta pedoni: molti, secondo l’associazione, «sono stati uccisi sulle strisce pedonali o addirittura mentre camminavano sul marciapiede o in attesa alla fermata del bus». In Italia non esiste il diritto alla camminabilità, ma fuori dai nostri confini è un mondo diverso. E, dal punto di vista della mobilità urbana, è un mondo decisamente più bello.
A Vienna sono talmente avanti che nell’apparato comunale esiste una figura che si occupa solo ed esclusivamente di pedonalità. Il suo nome è Petra Jens, Walking Officer della capitale austriaca dal 2013. Ai tempi, dopo una campagna per promuovere gli spostamenti a piedi, si rivolse all’amministrazione dell’allora sindaco Michael Häupl (Partito Socialdemocratico d’Austria) per chiedere di essere assunta come responsabile della camminabilità.
Undici anni dopo è ancora lì, e a Vienna – tutt’oggi governata dal centrosinistra – un terzo degli spostamenti quotidiani avviene camminando. I marciapiedi sono più larghi, le strade scolastiche più sicure, la rete pedonale più ampia e connessa. E lo spazio per le auto è stato ridotto. Non a caso, Vienna è anche una città perfetta per chi vuole usare la bicicletta tutti i giorni (ne avevamo parlato qui).
Categorizzare, in teoria, è sbagliato anche quando parliamo di mobilità, ma la realtà del mondo occidentale ci dice questo: la lobby delle automobili è potente e influente, mentre quella dei ciclisti sta faticosamente uscendo dalla nicchia; la lobby dei pedoni, invece, è debole e priva di una lunga tradizione. E Petra Jens vuole contribuire a invertire la tendenza, dando giustizia al tema della camminabilità urbana.
(Sulla mappa della metropolitana di Vienna – foto qui sotto – ci sono anche i minuti necessari per raggiungere a piedi le singole stazioni. Scendere una fermata prima e fare una passeggiata è sempre un’ottima idea).
Vienna è stata una delle prime città al mondo a introdurre la figura del Walking Officer, contraddistinta da spiccate doti comunicative e competenze trasversali. Jens non è un’assessora, non fa parte di quella che in Italia chiamiamo “giunta” e non è nemmeno una consigliera comunale, ma coordina un ufficio comunale a sé stante, composto da circa venti persone specializzate in settori differenti: marketing e rapporti con la stampa, pianificazione del traffico e urbanistica, accessibilità, giurisprudenza, public affairs, educazione stradale.
Per lei, ogni giorno è diverso dal precedente: «Parlo con i cittadini delle loro esigenze, entro in contatto con attivisti e scienziati, faccio rete con i colleghi di altre città e sostengo le autorità locali nel miglioramento delle infrastrutture pedonali. Alcuni giorni organizziamo passeggiate con cittadini e giornalisti, per capire cosa è cambiato nella rete pedonale di un determinato quartiere. In altre occasioni, invece, partecipo a riunioni dedicate alle nuove norme sulla mobilità urbana, oppure faccio presentazioni per studenti, media o ospiti dall’estero», ha raccontato Petra Jens, che coordina l’agenzia cittadina dedicata alla Mobilità assieme al responsabile della Ciclabilità, in un’intervista al portale EuroCities.
Perché è importante un incarico esplicitamente dedicato alla pedonalità? Secondo Francesca Chiodi, presidente del Movimento Diritti dei Pedoni, «è un ruolo chiave perché permette di focalizzare meglio la mobilità pedonale, che è il collante di tutta la mobilità urbana, e di metterla in cima all’agenda politica». A Vienna, Petra Jens è il punto di contatto perfetto tra amministrazione comunale e cittadinanza: negoziare per accogliere e modellare le esigenze di tutti è un lavoro delicato ma, nel caso della capitale austriaca, efficace.
«Le autorità federali – non solo viennesi, quindi – stanno seguendo questo esempio positivo, investendo più denaro per le infrastrutture dedicate ai pedoni. Ciò contribuisce a creare più consapevolezza in altri Paesi e città. Oltre a Vienna, ci sono uffici simili anche nel Regno Unito, dove a livello di city council cercano personale che si occupi nello specifico di questo tema. Pian piano stanno arrivando figure analoghe anche negli Stati Uniti e in qualche città della Germania, dell’Irlanda e dell’Australia», racconta Chiodi.
L’ufficio di Jens, spiega la presidente del Movimento Diritto dei Pedoni, «si integra con tutte le altre parti dell’amministrazione comunale viennese, perché la pedonalità non riguarda solo la mobilità in sé: ha un impatto sulla salute, sulle infrastrutture, sulle politiche sociali». La forza di un Walking Officer, quindi, consiste nel creare il giusto mix tra competenze eterogenee, sensibilizzando l’amministrazione dall’interno e catalizzando più risorse per un tema che definirlo pervasivo sarebbe riduttivo.
In Italia, l’apparato comunale più simile all’ufficio coordinato da Petra Jens è probabilmente la “consulta cittadina” che si occupa di sicurezza stradale e mobilità sostenibile. Esiste a Roma, a Milano e in pochi altri centri urbani del nostro Paese; nel capoluogo lombardo c’è anche una task force, presieduta dal consigliere comunale Marco Mazzei, per la sicurezza stradale e la mobilità attiva, che il mese scorso ha presentato insieme al sindaco Beppe Sala un piano ambizioso sullo spazio pubblico e la mobilità. Ma il caso di Vienna, molto più specifico e con più di dieci anni di storia alle spalle, resta ancora una perla rara (da imitare).
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