Quel disperato bisogno di Europa
Difficile che la notizia delle dichiarazioni di Erdogan sulla possibilità che la Turchia invada Israele abbiano lasciato qualcuno indifferente. Enunciare certi propositi significa non escluderli e mettersi nell’ordine di idee di attuarli. Diciamolo chiaramente: se la Turchia attaccasse Israele sarebbe la terza guerra mondiale e sarebbe guerra atomica perché un piccolo paese come Israele non avrebbe altro modo di reagire al suo annientamento. L’involuzione di Erdogan verso uno stato islamico in lotta per assumere la leadership del mondo musulmano in competizione con l’Iran che già manovra milizie come Hamas, Hezbollah, Houthi e altre in Siria e in Iraq che hanno già scatenato l’attacco all’Occidente per il tramite di Israele, è un avvicinamento alla guerra globale che si aggiunge all’invasione dell’Ucraina e alle minacce cinesi su Taiwan.
Così va il mondo. Chi è così folle da pensare di affrontarlo in un’ottica nazionale? L’Unione europea deve farsi potenza cominciando ad unire le politiche con cooperazioni rafforzate differenziandosi in cerchi più ampi con diversi livelli di condivisione e senza più alcuna unanimità. Una unione di stati accomunati da valori comuni e da un interesse strategico a restare uniti e alleati tra loro e con gli Usa. Fare l’interesse nazionale in Europa questo significa, non altro. Si tratta di farlo bene abbandonando idealismi velleitari (green deal, no alle armi) e con molta concretezza prima che sia troppo tardi
29 luglio 2024
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