Gli opposti estremismi sulla manovra di bilancio

Sarebbe stato auspicabile un confronto costruttivo tra maggioranza e opposizioni sulla manovra di bilancio. Anzi, vista la gravità della situazione internazionale e l’esplosione dei prezzi dell’energia, era proprio indispensabile. Invece ci dobbiamo sorbire una sceneggiata di opposti estremismi per catturare l’opinione pubblica. Ha cominciato il governo che, per nascondere una finanziaria equilibrata e quasi tutta vincolata dalle compatibilità di bilancio, ha scelto di premiare gli interessi di una parte del suo elettorato (condono, tetto al contante, limite all’uso del POS e Irpef al 15% per le partite Iva). Sono interessi che costano tanto e spingono gli italiani verso il nero e l’evasione fiscale. Cioè fuori dall’Europa e verso il Sudamerica dello sfascio.

Dall’altra parte si urla al massacro dei poveri e all’ingiustizia sociale perché il governo, oltre ai favori al suo elettorato, vuole trasformare il Reddito di cittadinanza. Fino a ieri tutti lo volevano ridefinire, ma oggi è diventato la bandiera degli oppressi in un Paese descritto come il più povero d’Europa, ma che povero non è. L’Italia che si evoca dall’una e dall’altra parte si dibatte tra fazioni in lotta per dividersi la spesa pubblica a prescindere da qualsiasi progetto di sviluppo. Tra assistenzialismo senza limiti (il disegno dei 5 stelle e delle sinistre più radicali) e libertà di arraffare tutto il possibile in spregio allo Stato la sceneggiata non prevede un lieto fine

8 dicembre 2022

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