La strage di Brandizzo e l’Italia delle chiacchiere

Di fronte alla morte di cinque persone è forte la tentazione di trovare grandi e complesse spiegazioni. Non si accetta che la causa sia un banale errore umano. E, infatti, da subito i sindacalisti della Cgil hanno messo sotto accusa il sistema degli appalti e i mancati investimenti in sicurezza indicandoli come responsabili dei morti di Brandizzo. Stessa reazione di alcuni politici e di una parte della stampa. Grandi ed indignati discorsi sulla sicurezza nel lavoro. Placano l’ansia e confermano di stare dalla parte giusta, ma non spiegano nulla.

Gli inquirenti parlano di gravi violazioni nelle procedure di sicurezza che, dunque, esistono e funzionano finché vengono rispettate. Gli appalti poi non c’entrano perché è vero che la squadra in azione era di una ditta appaltatrice, ma a sorvegliarla c’era un dipendente di RFI e solo a lui spettava dare il via al lavoro dopo aver ricevuto la comunicazione sulla sospensione della circolazione dei treni. Fossero stati funzionari statali sarebbero morti lo stesso. Dunque? Possibile che un banale errore umano sia la causa della tragedia? Forse per i magistrati, ma l’Italia dei professionisti delle chiacchiere è sempre all’erta e farà di tutto per evocare grandi responsabilità di “sistema”. Mancano i soldi, manca il personale la risposta buona per ogni stagione. Mai che si ricordi il valore della responsabilità individuale. Di tutti e dunque anche del lavoratore e del datore di lavoro

2 settembre 2023

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