Transizione all’auto elettrica: una rivoluzione imposta
Dopo Consiglio e Commissione anche il Parlamento europeo ha deciso: dal 2035 non si venderanno più veicoli a combustione interna che, però, in questi pochi anni dovranno rispettare limiti di emissione sempre più stringenti (euro 7 e poi, nel 2030 meno 55% rispetto al 2021). I costruttori di auto dovranno investire molto su motori più puliti sapendo di poterli produrre per pochi anni. Per chi vive nel mondo degli idealismi è tutto facile: si scrive una legge e la si impone. Nel mondo reale invece il passaggio all’elettrico sarà molto difficile da realizzare.
Il problema non è dire sì o no alla mobilità elettrica che si affermerà comunque in concorrenza con le altre tecnologie. Il problema è imporla con drastiche scadenze alle quali non siamo preparati. In Italia mancano le infrastrutture per la ricarica delle batterie, manca la rete per trasportare le quantità di energia da distribuire, manca l’energia. I fabbricanti di auto dovranno gestire la transizione in questi dodici anni chiudendo linee di produzione e aprendone altre, ma avendo un concorrente esterno ineguagliabile in tempi brevi: la Cina, che possiede tecnologie, capacità produttive e materie prime che gli altri non hanno. Sarà difficile sostenere la concorrenza e inevitabilmente si farà strada una domanda sia tra chi perderà il lavoro che tra chi subirà i costi e i disservizi dell’elettrico: perché ci stanno imponendo questa rivoluzione?
16 febbraio 2023
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