Il PD, Marino e i guai di Roma

Il sindaco di Roma e il PD non vanno d’accordo e la vicenda del decreto cosiddetto “salva Roma” non ha fatto che acuire il contrasto. Ora si legge che il PD penserebbe a sfiduciare Marino alla prima occasione. Bisogna essere giusti perché il sindaco Marino pur essendo stato definito “marziano” non viene da Marte, ma dalle file del PD e la sua candidatura nasce da un’idea “geniale” dello stratega massimo di cui dispone il PD romano quel Bettini al quale si fanno risalire altre imprese quali la candidatura Rutelli che aprì la strada ad Alemanno e la creazione del “modello Roma” che portò i costruttori (ex palazzinari speculatori) al livello di partner dell’amministrazione comunale. Ovviamente Bettini ha sicuramente tanti meriti di cui qui non si parla, ma, diciamo, che il ricordare come si arriva alla proposta Marino è un’esigenza elementare di onestà intellettuale. Ovviamente ricordiamo bene che Marino fu poi votato alle primarie e appoggiato da tutti i partiti dell’attuale maggioranza. Noi lo ricordiamo, ma a leggere i giornali sembra veramente che sia un marziano calato dallo spazio, adesso nessuno ricorda ciò che prima veniva esaltato. E vabbè……

Onestà intellettuale ci vuole anche per parlare della situazione romana. Il nodo cruciale è il debito: quello dell’era Alemanno di circa 800 milioni e quello pregresso cioè epoca Rutelli-Veltroni di (pare) 20 miliardi di euro. Questi i dati nudi e crudi. Ora è chiaro che lo spreco dell’epoca Alemanno è superiore perché quegli 800 milioni incorporano tutte le entrate che sono state spese in modi discutibili.

Ma la questione cruciale è quella del debito gestito dal Commissario governativo perché per quel debito i romani stanno pagando da anni e pagheranno ancora per decenni. Ebbene onestà intellettuale impone che si dica chi è responsabile di quel disastro e che si spieghi come abbia potuto produrre un buco di bilancio così grande. Altrimenti è la solita storia italiana del “chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato, scurdammoce ‘o passato”.

Invece i cittadini è bene che non scordino e che chiedano spiegazioni anche perché sarebbe indecente che qualche responsabile di allora si ergesse a dare lezioni adesso e sarebbe giusto che i giornalisti chiedessero o cercassero per primi tali spiegazioni

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