Hamas è il carnefice dei palestinesi

È sempre più diffusa la narrazione secondo cui Hamas non sarebbe la causa, ma il prodotto inevitabile di una lunga storia di oppressione. Si sente ripetere: “I palestinesi vivono da 80 anni in condizioni insostenibili, Hamas nasce da questo!” Ma questa lettura è profondamente distorta e pericolosa, perché rimuove la responsabilità politica, ideologica e criminale di Hamas, trasformandola in un epifenomeno della Storia.

No, Hamas non è semplicemente “nato” dall’oppressione. Hamas è un movimento jihadista sunnita, filiazione diretta della Fratellanza Musulmana, con un’ideologia ben definita e programmatica: la distruzione dello Stato di Israele, la creazione di uno Stato islamico su tutti i territori del Mandato di Palestina  e la negazione di ogni processo di pace. Fin dal suo statuto fondativo del 1988, Hamas non ha mai fatto mistero del proprio antisemitismo radicale, del rifiuto dell’esistenza di Israele e dell’intenzione di conquistare militarmente tutta la regione.

Hamas ha sfruttato la sofferenza reale del popolo palestinese non per liberarlo, ma per imporsi come unica forza egemone, eliminando fisicamente ogni opposizione interna — come accadde con Fatah a Gaza nel 2007 — e instaurando un regime autoritario e teocratico. È Hamas ad aver trasformato Gaza in una prigione, sabotando ogni spiraglio di sviluppo o convivenza possibile.

Non solo Hamas non è un “effetto” della storia: è uno degli attori che più attivamente l’ha indirizzata verso la catastrofe attuale. È stato Hamas, con la seconda Intifada, a moltiplicare gli attentati suicidi contro civili israeliani, sabotando in modo definitivo il processo di Oslo. Quegli anni segnarono la fine dell’illusione della pace e radicalizzarono la società israeliana, spostandola verso posizioni sempre più securitarie e diffidenti verso ogni dialogo.

Hamas ha vinto le elezioni nel 2006 non per il suo progetto jihadista, ma per il discredito di Fatah e la promessa di legalità e servizi. Ma subito dopo, ha imposto con la forza la sua dittatura a Gaza, annullando ogni spazio democratico, perseguitando dissidenti, donne, minoranze e la comunità LGBTQ+.

La verità è che Hamas è causa, non effetto. È carnefice, non vittima. È uno dei principali responsabili — se non il principale — del fallimento della causa palestinese. Continuare a giustificarlo o a trattarlo come un “frutto amaro ma inevitabile” della storia significa non solo tradire il popolo palestinese, ma contribuire attivamente alla perpetuazione della tragedia.

Roberto Damico

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Fornisci il tuo contributo!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *