Elezioni dei sindaci: il vento fa il suo giro (di Claudio Lombardi)

I risultati dei ballottaggi dicono che un cambiamento è possibile, ma che una gran parte degli elettori ha deciso di stare a guardare se chi se ne è fatto interprete è in grado di realizzarlo e ci crede veramente.primavera elettorale Pd

La situazione non è la stessa delle politiche di febbraio: scendono i votanti, sale il Pd, calano le destre e il Movimento 5 Stelle. Un risultato significativo perché ottenuto nel mezzo di una crisi del maggior partito di centro sinistra e con un governo che ne contraddice gli impegni elettorali. Ovviamente, come ripetuto da tutti i commentatori, non vanno mischiati risultati nazionali e locali perché diverse sono le motivazioni che spingono gli elettori a fare la loro scelta. È anche vero, però, che le elezioni locali mettono più seriamente alla prova chi si candida perché incidono di meno i richiami ideali e identitari e conta molto di più la reputazione che si ha presso gli elettori e la capacità di convincerli con proposte concrete. Conta anche, ovviamente, la possibilità di far pesare il clientelismo e la corruzione, ma non è certo il caso di queste elezioni.

centroQuando si vince a Roma dopo cinque anni di governo del centro destra, quando si elegge il sindaco a Treviso, a Brescia, a Imperia, infatti, non è questione di clientele o di promesse elettorali, ma di speranza. Speranza che i nuovi sindaci e le nuove maggioranze politiche nei consigli facciano meglio di quelli precedenti e speranza che uno schieramento politico opposto al centro destra sappia governare più per i cittadini che per sé stesso.

Ora il centro sinistra ha la dimostrazione che proposte chiare e alternative al centro destra nonché una sana fiducia nelle proprie possibilità possono smuovere innanzitutto il proprio elettorato rimotivandolo. Era quello che si poteva fare anche alle elezioni di febbraio e che il Pd in particolare non è stato capace di fare. È quello che si può fare adesso su scala nazionale pur mantenendo un impegno di governo strettamente delimitato al programma delle cose urgenti da fare, ma sapendo che è un impegno a termine non procrastinabile e non ripetibile.

governo cittàIl governo delle città è il terreno di coltura di nuove relazioni politiche e di nuovi modelli di governo. La sperimentazione nasce più facilmente nella piccola dimensione a contatto con i cittadini. Il centro sinistra ora può, partendo dal basso, lavorare alla costruzione di un’alternativa nazionale che dimostri con i fatti come la politica si può rinnovare e come i partiti possono rinascere dai disastri di questi anni.

È chiaro che gli occhi di tutti saranno adesso puntati su chi ha vinto queste elezioni alla ricerca di una conferma: per chi non ha votato quella di aver fatto la scelta giusta; per chi ha votato centro sinistra quella di non aver sprecato il voto; per chi ha votato centro destra quella che il centro sinistra non ce la farà mai ad andare avanti. Ebbene l’impegno di chi è stato eletto dovrà essere quello di sorprendere sia gli uni, sia gli altri  unendo la concretezza con l’entusiasmo di chi deve tracciare una strada nuova.

Se si vogliono sorprendere i cittadini si può cominciare con un impegno rigoroso alla massima trasparenza sia nel lavoro istituzionale sia in quello di partito nella ricerca delle risposte giuste da dare ai bisogni delle città e nella gestione delle amministrazioni locali. È chiaro che ogni deviazione dagli impegni presi e dalla speranza suscitata sarà punita dai cittadini ed è chiaro che ogni tentazione di applicare metodi opachi di gestione del potere sarà scoperta e messa a nudo in un batter d’occhio. È bene saperlo che i vincitori di queste elezioni non potranno godere di nessuna “luna di miele” e che dovranno subito mettersi al lavoro puntando al coinvolgimento dei cittadini.

coinvolgimento cittadiniAttenzione: il coinvolgimento dei cittadini non è un tappabuchi retorico che va messo nei documenti e nei discorsi, ma è il banco di prova più importante per chi intende governare le città. Ormai è chiaro a tutti che nessuna città si può governare dall’alto del consiglio comunale senza far diventare ogni cittadino un potenziale protagonista, occhio, orecchio e braccio operativo di un’amministrazione diffusa che è l’unico modo per tenere insieme quegli universi urbani fatti da una miriade di punti di vista e di esigenze diverse. La democrazia ha bisogno di partecipazione e mai come oggi esistono strumenti e luoghi per praticarla. Il mondo dei movimenti e dell’associazionismo è forte e vivo e deve essere un protagonista della politica a tutti i livelli.

Qui è anche il banco di prova per i partiti che vogliono rinascere dal discredito e dal malaffare o riscattarsi dalla sfiducia che hanno suscitato. Un partito o è un luogo aperto e trasparente dove i cittadini e le loro associazioni elaborano le soluzioni ai problemi di governo della collettività sapendo di essere ascoltati e accettando le regole democratiche del confronto oppure non è.

Un primo passo è stato fatto ora non resta che mettersi al lavoro.

Claudio Lombardi

2 commenti
  1. Luca Montuori dice:

    Non credo che il Partito democratico abbia vinto ascoltando i territori. Credo che abbia perso Alemanno abbandonato dai suoi elettori. Impresentabile anche a loro. E’ anche questo un segnale perchè di solito la Destra non si era mai troppo interrogata sulla qualità dei suoi candidati. Astiosa e vendicativa ha sempre votato per il peggio del peggio….
    Credo che dopo la giusta felicità invece proprio il partito democratico dovrebbe riflettere sul numero di voti invece che sulle percentuali. Pensare ora di essere legittimati a fare come se ci fosse stata una larga e vera vittoria sarebbe un errore. Non c’è la legittimazione di una linea politica perchè su Roma questa linea non c’è. E siccome la città va cambiata da qui a venti anni ci vuole un pensiero ampio e complesso in cui il senso di cittadinanza gioca il ruolo principale.

  2. Francesco Di Corato dice:

    Le larghe vittorie dei candidati del centro-sinistra in questa tornata elettorale dimostrano che il Partito Democratico vince quando ascolta i territori e sceglie i propri candidati in maniera aperta e inclusiva attraverso primarie vere, ascolta la base del partito! … senza la Base non c’è l’Altezza !

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