Le donne figlie di un dio minore?
Non c’è pace per le donne. Da millenni destinatarie di infinte vessazioni da parte delle religioni monoteistiche, prede di guerra, oggetto di scambio tra famiglie la loro funzione riproduttiva è sempre stata più una condanna che una gioia. In Europa nei secoli passati per un contadino una donna valeva meno di una vacca (Edward Shorter “Storia del corpo femminile”, 1988). Le morti per parto le decimavano. In India e in Cina per secoli si è usato sopprimere alla nascita le femmine. La straordinaria capacità delle donne di “fabbricare” un essere umano partendo da uno spermatozoo e un ovulo invece di metterle al centro della vita sociale è sempre stato motivo di emarginazione e di esclusione.
Da molti anni minoranze di fanatici religiosi e di incalliti reazionari hanno deciso che il corpo femminile è una funzione pubblica che deve essere posta sotto il controllo della legge divina e di quella statale. Hanno creato fasulli movimenti per la vita scegliendo l’aborto come il terreno principe di questo controllo, ma si può esser certi che presto arriveranno là dov’erano nel passato con la lotta alla contraccezione e alla libera espressione della sessualità. Vogliono eliminare tutti i progressi che sono stati fatti per la liberazione degli individui e dei rapporti umani nell’ultimo secolo e le donne sono i bersagli principali di questa lotta. Respingerli è una battaglia di civiltà
27 giugno 2022
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Fornisci il tuo contributo!