Puntuali tornano le esondazioni

Inizia l’autunno. Cadono le foglie. Piove. Fin qui non ci sarebbe nulla di strano, la natura funziona così. Noi esseri umani lo sappiamo e ci organizziamo. Qualcuno no e, guarda caso, questo qualcuno sono sempre intere località, città, paesi, territori. Tutti abitati da esseri coscienti, tutti amministrati da autorità dotate dei necessari poteri che, ben più di una singola persona, dovrebbero servire a monitorare, prevedere, programmare nell’interesse della collettività.

alluvioni non previsteSuccede però che nessuno riesca mai a prevedere l’imprevedibile né a immaginare l’inimmaginabile. Che sarebbero poi piogge costanti per giorni e la possibilità che canali e corsi d’acqua vari possano riempirsi fino a tracimare. E così c’è sempre un’accorata sorpresa di fronte alle esondazioni come se fosse un evento assolutamente raro. Se poi questi corsi d’acqua attraversano le città o sopra o addirittura sotto le strade si raggiunge il massimo della sorpresa. Quartieri costruiti sopra corsi d’acqua? E chi l’avrebbe mai detto? E ci passa l’acqua nei corsi d’acqua? Ma no…

Ineffabili amministratori locali, angelici cittadini, tecnici distratti da chissà che. Nessuno che si domandi mai PRIMA cosa potrebbe accadere in caso di piogge torrenziali se sopra al canale interrato ci si costruisce un palazzo, o una strada. Eppure non è impossibile fare due calcoli e tenersi larghi per prevenire eventuali piene.

ostacoli burocraziaNo non è impossibile, ma, puntualmente ci si ritrova in piena emergenza perché non si era previsto la logica conseguenza di un fenomeno naturale periodico e normale. Non solo. Dopo tragedie, alluvioni, morti, distruzioni causati dalla mancata prevenzione ci si accorge che occorre compiere lavori urgenti (eh già, piove tutti gli anni…), magari si stanziano pure i soldi, ma i lavori non si fanno. E tutti continuano tranquillamente a fare la loro vita.

L’anno scorso fu a Genova con l’esondazione del Bisagno. Due anni fa Olbia colpita oggi dalle esondazioni ci furono 16 morti. Furono individuate le cause e gli interventi da fare con urgenza. Dopo due anni si scopre che nulla è stato fatto di quanto si riteneva urgente e il sindaco dichiara in un’intervista che, essendoci di mezzo una valutazione di impatto ambientale, due anni per partire con i lavori sono pochi. Di che si parla? Del Rio delle amazzoni, del Fiume giallo, del Danubio? No si parla del rio Siligheddu.

Ecco, questa è la situazione. La responsabilità è di tutti compresi i cittadini lesti ad approfittare di qualunque lassismo delle amministrazioni locali (leggi: abusivismo) e incapaci di vedere e di capire cosa sta succedendo nel loro territorio. Eh sì questo va detto perché poi è troppo facile dire che la responsabilità è di Roma, è della Regione, è dello Stato. Ma quando non si giudicano i politici per quello che effettivamente fanno, ma solo per quello che promettono (favori compresi) è inutile lamentarsi

C. L.

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