Soldi regalati: i guadagni dei top manager

il blog di claudio lombardiDa oggi con il QE la BCE inietterà tanti soldi nel sistema euro. Diminuiranno i tassi di interesse sui titoli del debito pubblico, ci sarà più denaro in circolazione e tra effetti diretti e indiretti dovrebbe arrivare una bella spinta alle economie.

Più soldi non significa necessariamente più sviluppo però. Se i soldi si sprecano, si rubano o si distribuiscono a cerchie ristrette di privilegiati gli effetti positivi saranno per pochi.

Guarda caso proprio in questi giorni esce una delle tante notizie che dovrebbero indignare. L’ex amministratore delegato di Poste italiane, Massimo Sarmi, sostituito l’anno scorso alla guida del gruppo, ha beneficiato di una buonuscita che si calcola in 7,8 milioni di euro. Tanto per precisare, mentre era ancora in carica, non guadagnava poco, ma ben 1,56 milioni di euro l’anno.

Come al solito ci dicono che sono le regole del mercato e che non ci si può fare niente. Come se fosse una legge di natura che in pochi possano prelevare dalla “cassa comune” del valore creato dal lavoro di migliaia di persone ciò che vogliono.

Ora, è evidente che chi decide le regole è chi ha più potere. Ed è ovvio che decida nel suo esclusivo interesse. Lo Stato, che è di tutti, però, può usare la leva fiscale per far pagare di più chi ha di più, ma può usare anche la politica per decidere che almeno nelle aziende di proprietà pubblica le regole siano un po’ più eque. Per esempio, sarebbe giusto che a retribuzioni così esagerate (milioni di euro l’anno) corrisponda il rischio di restare senza lavoro senza diritto ad alcuna buonuscita.

Tra l’altro si tratta sempre di gente così protetta dalla politica che perso un lavoro ne trovano subito un altro . Infatti adesso Sarmi siede su un’altra poltrona molto ben pagata quella della società della regione Lombardia che gestisce una parte della rete autostradale. Insomma è gente che casca sempre in piedi e senza Jobs Act. Quindi almeno togliamole qualche privilegio

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