Vigili urbani romani assenteisti

Altro che articolo 18! Il colpo più forte ai diritti dei lavoratori viene da comportamenti come quello dei vigili urbani romani che la notte di Capodanno si sono dati malati in massa: quasi l’80% assenti per malattia! La finzione è così spudorata che nemmeno vale la pena discuterne: i vigili urbani romani si sono dati malati per non lavorare. Punto.

Il problema è che ogni cittadino italiano che abbia superato i dieci anni di età sa che i dipendenti pubblici godono della prerogativa, anzi, del privilegio di potersi dichiarare malati a loro piacimento senza correre il rischio di procedimenti disciplinari e di licenziamenti.

Sì va bene le norme ci sarebbero per punire i profittatori, ma quando mai sono state applicate? C’è stato un passato nel quale non solo i certificati di malattia integravano i periodi di ferie, ma persino due settimane di cure termali non si negavano a nessuno. Diciamo che era un “compromesso storico” tra bassi stipendi e prestazioni richieste, che erano molto basse. D’altra parte l’efficienza non era una priorità e l’orientamento al risultato non esisteva proprio. La macchina statale doveva assecondare i disegni politici di chi stava al governo o in Parlamento o delle gerarchie quasi ecclesiastiche che dominavano nelle pubbliche amministrazioni. Altro non era richiesto.

Nel settore privato ciò accadeva molto di meno, ma quando Marchionne assunse la guida della Fiat fece notare che in certi stabilimenti del sud le malattie subivano strani picchi in concomitanza delle partite di calcio o dei ponti vacanzieri.

Insomma darsi malati, stante la netta prevalenza del giudizio soggettivo di chi si dichiara tale e stante l’acquiescenza se non proprio la connivenza dei medici, è sempre stato uno strumento nelle mani dei dipendenti sul quale poco si poteva fare.

Ecco, quando si parla dei diritti dei lavoratori bisognerebbe prendersela con tutti quelli che, abusandone, li hanno ridotti a privilegio, a piccolo furtarello, a truffa. Dopo quello che è successo a Roma la richiesta dell’applicazione della stessa disciplina del lavoro (e dei licenziamenti) al pubblico e al privato è più forte o più debole? Più forte ovviamente. Con buona pace dei sindacalisti che tirano fuori in documenti e interviste il solito repertorio di frasi fatte e di ipocrisia per coprire una realtà che l’opinione pubblica vede bene per conto suo.

D’altra parte la fama di cui godono i vigili urbani così come altre categorie di lavoratori delle aziende locali a Roma è quella che è e appartiene al vissuto di ogni romano una consapevolezza che non verrà mai scritta in nessun articolo, ma che rimane come vox populi, come esperienza di vita, frutto dell’osservazione diretta. Sepolta nella consuetudine rispunta fuori quando si viaggia e si fanno confronti con altre città e si vede la differenza che ci allontana dagli altri. Una differenza che è determinata dai comportamenti soggettivi di migliaia di persone (lavoratori e cittadini) che, sommati, diventano una realtà collettiva nella quale tutti viviamo male

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