Ancora e sempre corruzione

il punto del blogDunque dunque, parliamo un po’ di corruzione. Come? Non è una novità? Certo, tutto già detto, tutto già scritto, ma visto che il problema c’è e che pesa molto vale la pena tenerlo sempre presente.

Lo spunto lo da’ la Corte dei Conti che torna (lo fa ogni anno ormai) a puntare il dito contro l’illegalità in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. Il presidente della Corte afferma nel suo discorso che “Crisi economica e corruzione procedono di pari passo, in un circolo vizioso, nel quale l’una è causa ed effetto dell’altra”.

Capito bene? Crisi economica e corruzione sono facce della stessa medaglia.

Dice ancora il Presidente che l’illegalità ha “effetti devastanti” sull’attività di impresa e quindi sulla crescita”. Aggiungendo che c’è il pericolo dell’assuefazione cioè della rassegnazione e, quindi, dell’accettazione da parte della collettività.

In sostanza con queste affermazioni si definisce non un pericolo, ma una situazione con cui tanti italiani devono fare i conti ogni giorno e che costituisce parte di quell’illegalità di massa che sembra uno dei caratteri principali del sistema di governance italiano (attenzione è concetto molto più ampio di governo perché include i rapporti sociali e tra cittadini e amministrazioni pubbliche).

E veniamo a qualche cifra. La stima è che la corruzione ci costi il 4% del Pil ogni anno dirottando in modo illegale una sessantina di miliardi di euro (secondo la Commissione europea è la metà dell’entità di tutta la corruzione nell’intera Europa).

Ma non si tratta solo di questo perché la corruzione ha anche bisogno di schiacciare la concorrenza, ha bisogno dell’inefficienza delle pubbliche amministrazioni, ha bisogno della complessità di norme astruse e possibilmente idiote che costringano il cittadino a pagare qualche impiegato o funzionario per veder risolti i suoi problemi.

Anche per questo non riusciamo a sottrarci alla corruzione e a combatterla bene: ci hanno messo nelle condizioni di aver bisogno di essere aiutati da qualcuno e questo favore siamo abituati a pagarlo perché altrimenti finiamo strozzati dalla burocrazia

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