E se i cittadini si interessassero veramente al servizio giustizia ? (di Mimma Modica Alberti)

Molto si parla di giustizia e l’opinione pubblica è chiamata a schierarsi; le dichiarazioni roboanti e provocatorie si susseguono; chi ha cariche istituzionali importanti non si fa scrupolo di accusare altri poteri dello Stato di eversione non per atti eccezionali, ma per il semplice esercizio delle proprie funzioni.

Grandi sono la confusione e lo sconcerto in chi ancora vorrebbe credere all’esistenza e alla supremazia di uno Stato di diritto. Il tema della giustizia viene affrontato come il luogo segreto dove si combatte una battaglia epocale tra poteri dello Stato le cui prerogative però erano già state disegnate dai nostri Padri Costituenti in modo equilibrato proprio per dare ai cittadini, ed al nascente stato democratico, maggiori garanzie agli uni e “lunga vita” all’altro.

Di tutto si parla tranne che della reale situazione del servizio giustizia. E, quindi, non è chiaro cosa possa fare il cittadino per conoscere, valutare ed agire a favore di una giustizia più efficiente e giusta.

Per Cittadinanzattiva, invece, è proprio dalla reale situazione del servizio giustizia, vera grande opera che sostiene l’impianto sociale, che occorre partire.

La domanda dalla quale bisognerebbe partire è semplice: siamo consapevoli che la giustizia è un bene comune, un servizio universale ed essenziale per i cittadini? Sappiamo che la giustizia, e la magistratura indipendente ed autonoma che l’amministra, costituisce un baluardo della nostra democrazia ed una garanzia per l’eguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge? Ci rendiamo conto che in questo sistema ci sono le garanzie e le condizioni per tutelare i diritti sia vecchi che nuovi?

Se la risposta a ciascuna delle domande appena poste, come sembra ovvio, è sempre e solo si, allora tutti i cittadini dovrebbero occuparsi di giustizia prescindendo dalla eventuale esperienza che ciascuno possa aver fatto in veste di testimone o di parte in causa civile oppure di  vittima o imputato.

Per riprendere un vecchio slogan del Tribunale per i diritti del malato, potremmo affermare che “i cittadini sono azionisti del Servizio giustizia”, dato che lo pagano, e che, quindi, è loro diritto, ma anche dovere, occuparsene. Il miglior modo per farlo intanto è cominciare a conoscere e  distinguere le vere cause del disservizio dai temi oggetto dell’aspro conflitto in atto tra governo e magistratura.

Vi è anche un’altra ragione, altrettanto importante, che sollecita una maggiore partecipazione: il diritto alla giustizia è un bene costituzionale e, quindi, lo è anche il servizio attraverso il quale si amministra. La giustizia per noi cittadini è pertanto un bene comune da salvaguardare e da tutelare attraverso il nostro impegno diretto.

Ma veniamo adesso ad alcune delle proposte contenute nel Rapporto di Giustizia per i Diritti che esprime l’impegno di un anno di lavoro sul campo da parte di Cittadinanzattiva: un piano straordinario, la revisione della geografia giudiziaria, la valutazione civica dei tribunali civili.

Innanzitutto, un Piano straordinario per rafforzare il controllo di legalità sul territorio, soprattutto ma non solo al sud, e quindi prioritariamente: dotare di attrezzature e di tecnologie informatiche le sedi giudiziarie; arricchire le competenze della polizia giudiziaria e dei magistrati; qualificare sezioni dei tribunali per rispondere più celermente a specifiche e più ricorrenti domande di giustizia; aumentare l’organico laddove sia necessario; scongiurare la prescrizione dei reati e rendere effettive le pene; razionalizzare l’uso delle risorse e tagliare gli sprechi.

Rivedere la geografia giudiziaria perché sembra sottrarsi ai più elementari principi di buona organizzazione degli uffici pubblici la vecchia ed irrazionale distribuzione delle attuali sedi giudiziarie, considerato che sono venute meno le difficoltà legate alla mobilità dei cittadini e degli operatori di giustizia.

In Italia ci sono 165 Tribunali e relative Procure, di cui non pochi istituiti con leggi speciali ad hoc, 220 sezioni distaccate di Tribunali e 848 uffici del Giudice di pace. Dei citati Tribunali e Procure, 93 rappresentano il 56% degli uffici giudiziari ed hanno non più di 20 Magistrati; circa 60 hanno sede in territori che già possono contare sull’esistenza di un Tribunale nella sede del capoluogo provinciale (abbiamo ad esempio 19 Tribunali in Sicilia, con 4 Corti d’Appello, 17 Tribunali in Piemonte; a Sulmona il Tribunale più piccolo ha 1 Presidente e 3 Giudici).

Ci si attende quindi dal Governo e dal Ministro della Giustizia la verifica urgente dello stato di “salute”, e quindi della loro utilità per i cittadini, degli uffici giudiziari italiani i cui organici risultano sottodimensionati partendo da quelli con dotazione di organico al di sotto delle 10 unità ponendosi l’obiettivo di migliorare l’offerta di giustizia e, contemporaneamente, di procedere alla razionalizzazione delle risorse disponibili; la riduzione e razionalizzazione degli Uffici dei Giudici di Pace (oggi circa 850), procedendo per via amministrativa alla chiusura o all’accorpamento di almeno 100 uffici non utili ai cittadini, provvedendo a riconsiderare sia il numero dei casi trattati che il bacino di utenza di riferimento.

Una giustizia “a macchia di leopardo” non è comprensibile se non si dispone di informazioni trasparenti ed attendibili sul funzionamento dei tribunali e sulla loro organizzazione interna. L’esigenza è quindi quella di sviluppare anche nell’ambito del settore giustizia una iniziativa nazionale di valutazione civica dei tribunali attraverso la costituzione di équipe miste (operatori e cittadini) adeguatamente formate ed una metodologia di valutazione specificamente progettata, sulla base dell’esperienza ultra decennale maturata da Cittadinanzattiva, per analizzare e comparare la qualità delle strutture e dei servizi erogati dal Servizio giustizia italiano, a partire dai tribunali civili.

Il programma di lavoro di Cittadinanzattiva sulla giustizia può essere il terreno in cui “coltivare” la partecipazione civica per la cura e la tutela del bene comune giustizia. 

Mimma Modica Alberti Coordinatore nazionale Giustizia per i Diritti di Cittadinanzattiva

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