Da Suez al Covid: la favola del nuovo modello di sviluppo

Ci sono eventi che appaiono troppo difficili da accettare e, quindi, alcuni si sentono in obbligo di trovare spiegazioni che mirino molto in alto. Era accaduto con il covid quando si tirarono in ballo i rapporti tra esseri umani e natura come se fosse la prima volta che l’umanità (che è parte della natura) si trovasse alle prese con un virus. È accaduto in questi giorni con la nave incagliata nel canale di Suez. Si sono lette severe critiche al “gigantismo” delle navi da trasporto che dovrebbero supportare un modello di consumo (ovviamente) sbagliato. Non si capisce cosa si vuole suggerire in alternativa. Ciò che conta sono gli accenti millenaristici come se fossimo vicini al giudizio universale.

A certi critici il mondo contemporaneo appare sempre fonte di guai e l’invocazione di un “nuovo modello di sviluppo” diventa un ritornello sulle bocche di tanti. Cosa significhi di preciso non lo sanno perché la realtà è sempre un divenire multiforme che difficilmente si fa ingabbiare in modelli decisi a tavolino. Così i critici perdono l’occasione per capire e per indicare soluzioni concrete ai problemi

29 marzo 2021

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