Gas ed elettricità, l’Europa annaspa

La Commissione europea ignora la richiesta che 15 stati (tra cui Italia, Francia, Spagna, Polonia) le hanno rivolto di elaborare una via d’uscita alla crisi dei prezzi del gas basata sulla proposta italiana di marzo scorso di un price cap unico per l’Europa. Le chiacchiere sui rincari abbondano, ma la resistenza di alcuni paesi come la Norvegia che è diventato il primo venditore di gas e l’Olanda che ospita la borsa di Amsterdam bloccano qualunque decisione sui meccanismi di determinazione dei prezzi che sono la causa della crisi. Si cerca di addebitare tutto alla guerra, ma la verità è che non si vuole toccare quella specie di commedia del mercato che si realizza ad Amsterdam dove si fissa l’indice TTF al quale assurdamente sono state agganciate le bollette del gas italiane e i contratti di importazione. E persino sganciare il prezzo delle rinnovabili dal gas diventa difficile.

Tutti i governi hanno finanziato con soldi pubblici i prezzi dell’energia, ma è assurdo continuare a creare nuovo debito per non toccare i guadagni di importatori, operatori finanziari e produttori come fa la Germania e come Salvini vorrebbe fare in Italia. Bisogna aggredire i meccanismi di formazione dei prezzi di gas ed elettricità con provvedimenti drastici. I governi si stanno impiccando per gli interessi di pochi

30 settembre 2022

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