Il pasticcio del precariato nella scuola

Un articolo di Pierluigi Castagneto su www.sussidiario.net fornisce elementi utili per comprendere la difficoltà che incontra il piano di assunzione di docenti precari che è alla base del progetto del governo “La buona scuola”.

Chiarisce Castagneto che “il mondo del precariato è stato diviso in due grandi gruppi: le graduatorie a esaurimento e le graduatorie d’istituto”. Fermiamoci sulle graduatorie ad esaurimento. Chi ci sta dentro? Ecco la spiegazione di Castagneto: “contengono tutti coloro che erano nelle vecchie graduatorie  permanenti, le quali, chiuse e senza nuove immissioni dal 2008, divennero dei contenitori che progressivamente si sarebbero dovuti svuotare. Divise in fasce, in pratica contengono docenti con oltre 20 anni di precariato, ma anche tutti coloro che a vario titolo avevano conseguito l’abilitazione in precedenza”. In pratica sono formate “da docenti assunti per tutto l’anno scolastico, che hanno insegnato per 36 mesi e più” ma anche da “prof che non insegnano da anni, o non hanno mai insegnato e addirittura abilitati in classi di concorso che non esistono più”. Un bel pasticcio.

Ma non finisce qui perchè “dopo il 2008, tutti gli abilitati che non potevano più entrare nelle Graduatorie ad esaurimento (GAE) sono confluiti nella seconda fascia delle graduatorie di istituto assieme agli stessi abilitati delle Gae. Da queste graduatorie i dirigenti traggono persone sia per supplenze brevi, sia per incarichi fino al termine delle lezioni soprattutto dove le Gae sono esaurite. Anche qui sono divisi in fasce, con una pluralità di situazioni e con la III che comprende tutti i giovani laureati i quali non hanno ancora un titolo abilitante”.

In questa situazione il Governo vorrebbe stabilizzare il rapporto di lavoro dei docenti delle Gae (ecco le 100mila assunzioni), mentre tutti gli altri potranno partecipare al concorso che verrà bandito nel 2016. Compresi 70mila docenti che hanno già insegnato 36 mesi, sono dotati di abilitazione e perciò avrebbero i titoli per essere assunti. Ancora più complicato, no?

Non basta, perché sembra che attualmente alle Gae siano iscritti 140mila docenti e, se gli stabilizzati saranno 100mila altri 40mila resteranno fuori.

Castagneto osserva che in tutta quest’operazione “c’è però un convitato di pietra: la qualità dell’insegnamento” perché sembra “che nessuno abbia il desiderio di controllare la qualità e le attitudini professionali dei nuovi assunti”.

Il pasticcio del precariato nella scuola creato in tanti anni di incapacità politica di gestire l’istruzione pubblica. Toppa dopo toppa adesso chi ci mette le mani rischia di bruciarsele

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