Il tempo della rabbia e la maggioranza che subisce
Trump non è più solo. Chiunque abbia un’opinione di minoranza si sente in diritto di alzare la voce, di aggredire ogni tipo di autorità, di esibire e sfogare la sua rabbia. Gli studenti che impediscono di parlare chi identificano come avversario (i casi Roccella e poi Parenzo e Molinari cacciati dalle università in quanto ebreo l’uno e vicino ad Israele l’altro). Rappresentanti delle opposizioni e giornalisti aggregati che usano toni barricadieri o di estremo allarme come se si fosse alle porte di una dittatura eccitando gli animi per prepararli allo scontro. E poi la violenza. Gente che aggredisce medici e infermieri. Genitori che aggrediscono docenti. Immigrati che, abituati all’impunità, aggrediscono le forze di polizia con intenti omicidi sicuri che lo Stato italiano non farà rispettare la sua autorità.
Dovunque si volga lo sguardo si colgono segnali di una disgregazione all’insegna dell’intolleranza, della prevaricazione, del farsi giustizia da soli, dell’elevazione del proprio punto di vista a legge suprema. Chi ritiene di avere ragione vuole sopraffare gli altri disconoscendo il diritto all’esistenza di opinioni diverse. Il fondamentalismo islamico ha fatto scuola. I giovani che manifestano in nome della liberazione della Palestina cioè della sparizione di Israele e degli ebrei sono l’esempio supremo dell’assalto – che sta riuscendo – ai fondamenti della nostra libertà. Eppure sono tutte minoranze. C’è una maggioranza che crede nell’ordine e nella stabilità che ancora subisce e tace
10 maggio 2024
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