Impressioni di fine estate: i problemi degli italiani e gli impegni della politica 1a parte (di Claudio Lombardi)

E anche agosto è passato. Ora siamo alla cosiddetta ripresa che ci porterà in autunno e poi verso il nuovo anno. È cambiato qualcosa? Non sembra, in verità. Le preoccupazioni degli italiani sembrano sempre distanti da quelle che occupano gran parte del Governo e dei politici di professione. Chi ha viaggiato in altri paesi europei (o anche più in la’) forse conosce quella sensazione di disagio che si avverte quando si riprende contatto con la nostra realtà. Nello spazio pubblico disorganizzazione e trascuratezza, mancanza di fiducia nel rispetto delle regole e degli impegni, scarso impegno (anche soggettivo) affinché i servizi abbiano al centro il soddisfacimento delle esigenze per le quali sono stati organizzati.

Se poi si acquista un giornale si rimane colpiti perché le prime pagine che si occupano delle vicende politiche non sono quasi mai dedicate alle questioni centrali che abbiamo davanti. Il quadro è desolante: potere, denaro, affari e processi. Questo sembra essere l’asse intorno a cui ruota il mondo di una buona parte di coloro che si dedicano alla politica. E di tutto si parla urlando, con tensione e faziosità senza badare ad insulti e calunnie sull’esempio del Presidente del Consiglio che vede complotti dappertutto e continua a fuggire di fronte ai processi nei quali è accusato di gravi reati. Si è indotti a pensare che lo spirito di fazione, che è stato creato con anni di martellamenti nella comunicazione di massa, serva per creare una cortina fumogena dietro la quale chi può continui a farsi gli affari propri a spese dello Stato.

In realtà, agli urlatori di professione spetta il compito di far credere che c’è uno scontro fra idee e strategie e che il Governo è sempre ostacolato da nemici giurati (i magistrati in primo luogo). Si tenta così di inventare e trasmettere l’emozione di una politica che vorrebbe occuparsi del Paese, ma i nemici non glielo fanno fare. Ovviamente non tutti fanno così, ma quelli che prevalgono sì, purtroppo e da essi prendono esempio i tanti che, dappertutto, non pensano a fare bene il proprio lavoro, ma a sfruttare le situazioni senza badare a reati come corruzione, truffa, peculato ecc.

Non resta che sperare che gli affaristi, i corrotti, gli sfruttatori della democrazia siano, prima o poi, cacciati dalle istituzioni e vadano ad occuparsi dei loro affari altrove e che siano chiamati ad assumersi le loro responsabilità anche nelle aule dei tribunali come avviene nel mondo civile.

Per quelli che hanno a cuore le sorti dello Stato e che vogliono vivere in una società che sia in grado di dare ad ognuno la possibilità di sviluppare le proprie capacità l’agenda delle questioni e degli impegni da affrontare è un’altra.

(continua….)

Claudio Lombardi

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