Impressioni di un viaggio in Francia (di Claudio Lombardi)
Le impressioni a caldo le avevo già scritte pochi giorni fa in un post su facebook. Qui le ripeto perché meritano un ragionamento più ampio: “La differenza con l’Italia comincia dall’asfalto delle strade sempre ben tenute e prosegue con la moltitudine di bambini delle famiglie francesi che stanno dappertutto, per concludersi con la valorizzazione e la cura dei monumenti e dei luoghi d’arte. La differenza con l’Italia è la dignità e il rispetto per se stessi. Da qui l’Italia appare un paese senza dignità e senza rispetto per i suoi valori, per i suoi tesori e per la sua storia, un paese alla mercé di bande di imbroglioni e truffatori, senza una classe dirigente”.
In un momento in cui il dibattito politico e l’attenzione degli italiani vengono richiamati su due temi “cruciali” come la sorte del condannato Berlusconi e l’IMU allargare lo sguardo ad un paese così vicino a noi può essere molto utile.
Le impressioni di viaggio sono preziose per avere elementi su cui riflettere e per misurarsi con altre esperienze, per capire e per, eventualmente, cambiare.
Ciò che un comune viaggiatore percepisce ovviamente non è sufficiente per conoscere un altro paese, ma è un indicatore importante. Nel post si citano tre parole chiave: asfalto cioè strade, bambini e famiglie, monumenti. L’impressione generale è quella di un paese con molto rispetto di se stesso e di uno stato che agisce per una società che si riconosce in una identità.
Chi volesse ricordare a questo punto i tanti momenti di tensione che si sono espressi in atti di rivolta antistato negli anni passati può farlo, ma prendendo atto che quegli episodi non hanno stravolto nulla e che segnalano un problema comune a tutte le società più avanzate a cominciare dalla Svezia.
Asfalto sta per cura delle infrastrutture e dello spazio pubblico che si constata con lo stato delle strade, con i servizi a disposizione dei viaggiatori ed anche con il decoro e la pulizia delle città.
Famiglie e bambini perché evidentemente in Francia si è preferito investire sulle politiche per la famiglia piuttosto che pontificare sui valori ricostruiti secondo esigenze ideologiche e politiche e lasciando però la situazione reale immutata. I risultati si vedono perché il gran numero di giovani coppie con bambini è la prova che le politiche sociali non sono state sbandierate, ma realizzate.
Monumenti e patrimonio artistico tenuti con grande cura e con rispetto (nonostante l’invadenza degli spazi commerciali) significano rispetto della propria storia e della propria identità.
Chi vive in Italia ha molta facilità nel notare le differenze in ogni campo tra i due paesi. Io vivo a Roma e conosco benissimo lo stato delle strade, la pulizia della città, lo stato dei monumenti e le difficoltà di allevare dei bambini. Qual è la parola chiave che riesce a cogliere meglio queste differenze? È “assenza” contrapposta a “presenza”. Gli italiani sono abituati a poteri pubblici assenti, impotenti, distratti e resta sempre loro l’incertezza sui diritti e le prestazioni cui hanno o avrebbero diritto. Non così in Francia dove la presenza dello Stato si avverte con un senso di affidabilità che si percepisce prima ancora di misurarlo nei fatti.
Siamo tutti un prodotto della storia e quella italiana è molto diversa da quella francese. Inutile negare che l’Italia è il paese dove la mafia ha potuto trasformarsi in potere reale capace di intervenire in politica e di piegare o condizionare le istituzioni. Inutile negare che in Italia la corruzione ha profondamente inquinato le forze politiche e che il valore della legalità è stato calpestato senza ritegno consentendo a gruppi di affaristi di conquistare le istituzioni e gli apparati pubblici. Inutile far finta che Berlusconi sia stato un capo politico e non il capobanda che si è dimostrato.
Tutto ciò ha formato la cultura civile degli italiani ed ha costituito la sostanza della politica reale che è stata fatta da buona parte delle forze politiche. Al di là della retorica e degli impegni proclamati, al di là dei tanti esempi di onestà e di dedizione alle istituzioni e all’interesse generale la verità è che quelle tendenze banditesche hanno potuto prendere il sopravvento per anni senza suscitare una rivolta fra i cittadini che, invece, ci si sono adattati.
Bisogna, invece, uscir fuori da questa coazione a ripetere che spinge sempre verso la tolleranza di ciò che distrugge l’etica pubblica, tolleranza in nome della stabilità e del rispetto delle posizioni di potere e di rendita in qualunque modo conquistate, tolleranza per respingere ciò che appare troppo nuovo e radicalmente oppositivo. Uscir fuori dalla coazione a ripetere significa che deve emergere uno schieramento di forze politiche che assuma il compito di spezzare quel modello indicando al popolo italiano un obiettivo strategico e mettendo mano alla formazione di una nuova classe dirigente.
Claudio Lombardi
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