La realtà corre veloce e il mondo non ci aspetta
La realtà corre più veloce di quanto vorremmo. Una verità che ciascuno verifica nella sua vita, ma valida anche per la vita delle nazioni. Le schermaglie politiche che accompagnano la nomina dei vertici dell’Unione europea sembrano non tenere conto del ritardo accumulato che è già di molti anni. L’invasione dell’Ucraina ha messo a nudo tutti i limiti delle leadership nazionali europee ricordando, a chi si cullava nel sogno di una pace perpetua fondata sui commerci e sull’espansione dei diritti, quanto ancora contino i rapporti di forza quando c’è qualcuno che cerca di espandere il suo potere a spese dei più deboli.
Che l’Unione europea sia una somma di debolezze non si misura solo sulla sua incapacità di difendersi, ma anche sulla mancanza di politiche comuni nei settori che contano. Per tornare ad un esempio classico, le zucchine possono essere diverse, ma la politica estera no. Se l’Ungheria vuole avvicinarsi alla Russia deve poterlo fare fuori dall’Unione europea perché la Russia non è amica dell’Europa e ha dimostrato di volersi espandere con la guerra. Non si può vagheggiare né di pace né di transizione energetica se mancano le condizioni per farla in sicurezza. Prima si pensa a creare queste condizioni e poi si parla di scadenze come quella del 2035 che, come è stata posta, consegna i mercati europei alla Cina. La politica europea è una cosa seria. Prego astenersi sognatori e perditempo
18 giugno 2024
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