Le aziende e gli appalti: nuovi ostacoli dal 2020
Mentre è in corso il disastro di Venezia, in Parlamento si discute la Legge di Bilancio, la chiusura dell’Ilva incombe si verificano anche cambiamenti apparentemente minori, ma significativi. Il 26 ottobre è stato approvato il Decreto Legge 124/2019 che nel silenzio di molti ha istituito fra le altre cose, un meccanismo piuttosto complesso nella filiera degli appalti, obbligando le aziende ad adempimenti e procedure complesse che tenderanno al solito ad ingessare l’economia reale del Paese.
Il decreto Legge prevede infatti , all’art.4, che il committente di un appalto di opere e/o servizi dovrà svolgere un ruolo attivo di “controllore”, e pertanto lo obbliga al versamento delle ritenute fiscali dell’appaltatore e persino del subappaltatore, non limitandolo come prevedevano vecchie disposizioni poi abrogate dal decreto semplificazione del 2014, ad una verifica ma imponendo al committente di versare direttamente lui le somme all’Erario. In sostanza il Committente sarà chiamato ad assolvere il compito piuttosto atipico di “sostituto” del ….Sostituto d’imposta, una bella trovata davvero che se in qualche modo non “aggiustata” in sede di conversione del decreto Legge porterà dal 1/1/2020 ad un bel caos nell’ambito degli appalti.
Cosa avverrà dunque fra committente e appaltatore dal 1/1/2020?
Vediamo di sintetizzare la farraginosa procedura per renderla più comprensibile.
Il committente è chiamato per Legge ad assolvere ad un obbligo preciso: di versare le ritenute fiscali emerse e rilevate sulle retribuzioni erogate ed esposte nelle buste paga dei lavoratori dell’appaltatore coinvolti nell’appalto. Per fare questo l’impresa appaltatrice dell’opera o servizio dovrà inviare le somme corrispondenti su un conto apposito comunicato in precedenza dal committente almeno 5 giorni prima della scadenza del versamento.
Non si tratta però di una semplice e già di per sé assurda pretesa di versare le ritenute fiscali per conto di un altro soggetto, con tanto di sanzioni amministrative e penali nel caso di mancato o ritardato versamento, ma vi è anche l’obbligo del committente di “verificare” di fatto la congruità del versato o meglio della somma ricevuta. Per questa finalità il committente dovrà ricevere tutta la documentazione sui lavoratori impiegati nell’appalto (ore lavorate, ritenute eseguite). Questo dovrà essere ripetuto per tutti gli appalti in essere e per tutti i lavoratori e con tutti i committenti interessati.
Nel caso in cui il Committente non dovesse ricevere la somma e la documentazione per effettuare il versamento delle ritenute fiscali dovrà sospendere i pagamenti dei corrispettivi dovuti per le attività eseguite e vincolare i soldi fino a che non si sblocchi la situazione dandone comunicazione all’Agenzia delle Entrate.
Il decreto Legge poi prevede delle esclusioni, consentendo che le imprese appaltatrici o subappaltatrici possano continuare a versare direttamente le ritenute fiscali, nel caso si presenti (all’inizio del contratto? Potrà essere richiesto più volte?) un certificato rilasciato dall’Agenzia delle Entrate (telematico) nel quale si attesti che:
l’impresa sia in attività da almeno 5 anni ovvero abbia eseguito nel corso degli ultimi 2 anni versamenti fiscali di importo superiore a 2 milioni di euro;
non abbia iscrizione a ruolo o accertamenti esecutivi per debiti tributari e previdenziali per importi superiori a 50.000 euro per i quali siano ancora dovuti pagamenti o per i quali non siano stati accordati provvedimenti di sospensione.
Insomma esistono esclusioni ma sono legate a precise condizioni che sembrano penalizzare fortemente le imprese giovani. Non dimentichiamo che stiamo parlando di qualsiasi tipologia di affidamenti a terzi di attività, a partire dalle semplici pulizie dell’ufficio a quelle di consegna o a quelli per lavorazioni interne, insomma l’economia reale che si poggia sull’affidamento a terzi sarà sottoposta alle regole stringenti di cui al Decreto Legge 124/2019, con conseguenze davvero preoccupanti.
E quanto costerà alle aziende la gestione? Quanta burocrazia e quanti documenti in più da conservare ed esaminare? Quanti pagamenti verranno annullati e posticipati per cavilli e/o per informazioni errate?
Sicuramente il conto lo pagheranno le aziende più piccole, quelle meno strutturate e più esposte nel rapporto con quelle più grandi oltre a quelle giovani che si sono affacciate nel mercato da poco. È probabile infatti che i committenti tenderanno a preferire le aziende appaltatrici già in possesso dei requisiti che possano esonerarli dalla complessa procedura prevista nel decreto legge. La lotta all’evasione è sacrosanta, ma devono farla le strutture pubbliche senza gravare sulle aziende
Alessandro Latini
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