Le elezioni chiariscono le idee

I risultati elettorali parlano chiaro. La sintesi è la seguente: sinistra significa innanzitutto mettere al centro la redistribuzione dei redditi tramite le risorse pubbliche, tutto il resto viene dopo (esempio: non possiamo spendere per le armi all’Ucraina); la destra che piace è quella del “liberi tutti” ossia “ognuno faccia il suo interesse e lo stato non si impicci” rivolto sia all’interno che all’esterno (il nazionalismo e il “è finita la pacchia in Europa”); liberaldemocratici e centristi che puntano sulla soluzione dei limiti strutturali del sistema Italia riscuotono il consenso di una fascia ristretta che non sarà mai maggioranza a meno che non si allei con la sinistra; le componenti estremiste e antisistema interessano poco perchè concentrate su ideologismi astratti.

Con queste preferenze degli elettori l’Italia sopravviverà, ma non migliorerà perché tutto sarà indirizzato a soddisfare una pluralità di interessi che non si riconoscono in un’idea di nazione. Lo stato, quindi, sarà sempre strumentale rispetto a questo compito. L’Italia resterà agganciata all’Europa, ma non da protagonista in un continuo braccio di ferro con i paesi leader e con i conti sempre al limite della frattura.

La lezione delle elezioni in estrema sintesi è che gli italiani vogliono un tornaconto immediato: soldi dai sussidi e dai bonus, sfruttare lo stato per quello che ci si riesce (posti retribuiti, favori, privilegi, finanziamenti, evasione libera) e fare i propri interessi senza troppe scocciature

26 settembre 2022

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