L’Europa minacciata dalla Russia deve difendersi

L’appuntamento a Istanbul mancato da Putin non solo scopre le sue carte da padrone della guerra, ma conferma al mondo, in particolare a noi europei, la sua pervicace aggressività.

Per noi europei , dunque, Il punto non è essere d’accordo o meno sul piano di riarmo europeo proposto da  Ursula von der Leyen.

Quel piano si può contestare tutto o in parte, sostenendo che  non configura un vero sistema di difesa unico europeo. Vale a dire con un unico esercito e una sola catena di comando.

Ma la critica è onesta e legittima se parte dal riconoscimento comune che l’Europa è minacciata dall’aggressività russa. La guerra scatenata in Ucraina da Putin è l’esempio concreto della strategia di riconquista dei paesi  assoggettati al Cremlino fino a trentasei anni fa.

Mentre si fa ogni sforzo per non consentire a Putin di vincere in Ucraina – perché solo la mancata vittoria potrà convincerlo a trattare la pace – riconoscere la sua aggressività nei confronti dell’Europa significa condividere l’esigenza di un piano di difesa comune dell’UE e dei suoi alleati.

Un piano di difesa comune indispensabile soprattutto di fronte al disimpegno Usa, che sta spostando dall’Atlantico al Pacifico i suoi interessi  strategici, non solo economici, ma anche militari.

Dal punto di vista politico le due discriminanti principali sono, in primo luogo, il riconoscimento pieno che l’Europa debba difendersi militarmente in modo unitario. Non possiamo permetterci una seconda Ucraina e aspettare, indeboliti e disarmati, le decisioni di Putin sul nostro destino.

I piani, come il Rearm, si fanno, si correggono, si integrano, si cambiano, tutto evolve. L’essenziale è riconoscere tutti di essere minacciati dallo stesso potenziale aggressore e farvi fronte uniti.

In secondo luogo chi si oppone alla difesa unitaria europea, che vuol dire anche riarmo, dai partiti come Lega, M5S, AVS, ai pacifisti, deve spiegare perché non ritiene che l’Europa sia minacciata dalla Russia e perché, comunque, un continente unito non debba dotarsi di una forza armata di difesa.

Inutile che i cosiddetti pacifisti continuino a fare demagogia sulle armi, non possono continuare a trattare le persone come bambini dell’asilo ai quali far fare il girotondo multicolore, ci dicano in quale altro modo intenderebbero resistere ad una aggressione russa. Con una resa?

E se pensano che questo rischio non ci sia ci dicano pure che tipo di garanzie hanno avuto dalla Russia per avere questa certezza. Temo garanzie sonanti per qualcuno, visti i milioni di euro in contanti ritirati alle soglie della guerra dall’Ambasciata Russa a Roma.

Umberto Mosso (da facebook)

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