L’Europa molle e dormiente

E se avessero attaccato noi? Domanda inquietante, ma risposta agghiacciante: non avremmo potuto difenderci. Non l’Italia, noi sta per Europa, 450 milioni di abitanti, 27 stati, una delle aree più ricche del mondo. L’invasione dell’Ucraina e l’attacco dell’Iran contro Israele dovrebbero risvegliare i cervelli di classi dirigenti dormienti sulle loro illusioni. Nel mondo ci sono quelli che usano la guerra per sottomettere altri paesi. Ma noi a raccontarci che l’Europa è incubatore di pace perché sa usare le parole giuste, commercia e vince con i soldi. Noi che più in là degli appelli a dialogare con qualunque aggressore non riusciamo ad andare. Noi che dimentichiamo da quale guerra nasce l’Europa di oggi. Noi che se un popolo viene aggredito lo invitiamo ad arrendersi.

L’Europa è fragile. Prontissima a dettare regolette su tutto, è debolissima nella competizione industriale e tecnologica con i giganti del mondo. È priva di una politica estera e di difesa comune e anche di una visione strategica che la guidi. L’esempio dell’Africa è illuminante: la Cina e gli Usa si prendono materie prime e influenza politica sulle nazioni. La Russia si fa ingaggiare come gendarme. A noi toccano i migranti cioè il problema più difficile. Ci diamo il traguardo di una ambiziosa transizione energetica fatta di regole e scadenze tassative, ma i mezzi per attuarla li dobbiamo comprare dalla Cina condannando al sottosviluppo la nostra industria. Difficile essere ottimisti

19 aprile 2024

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