Napolitano e polemiche sull’amnistia: il vero scandalo (di Claudio Lombardi)

carceri mani sbarreA ciascuno il suo; molto rumore per nulla; il gioco delle parti; personaggi in cerca di autore. A quale filone letterario o teatrale vogliamo attingere per descrivere questo ennesimo fuoco polemico che si è acceso sul messaggio del Capo dello Stato alle Camere?

Il Presidente della Repubblica segnala un problema molto serio che rischia di creare una specie di catastrofe umanitaria all’interno del nostro Paese: 65mila detenuti in carceri dove ci sarebbe posto per 40mila. Inutile insistere sulle condizioni di vita lì dentro: fotografie, racconti, aneddoti circolano sulla stampa, in rete e nel passa parola. Di che altro abbiamo bisogno per sapere?

Il Presidente segnala e invita il Parlamento a provvedere. Punto, qui finisce il suo ruolo.

gioco delle partiChe succede subito dopo? Si levano proteste accorate e insulti perché si dice che vorrebbe favorire un solo condannato: Berlusconi. E chi protesta? Quelli che devono scrivere e approvare la legge; sì quel testo che con articoli e commi decide chi scarcerare, proprio quello. Ma non farebbero prima a lavorare per una legge ben fatta? No, perché “sarà che gli italiani per lunga tradizione son troppo appassionati di ogni discussione. Persino in parlamento c’è un’aria incandescente si scannano su tutto e poi non cambia niente” (Giorgio Gaber, Io non mi sento italiano).

Ed ecco che, invece, di scandalizzarsi perché dopo 7 anni dal precedente provvedimento di svuotamento delle carceri (indulto governo Prodi 2006) si deve pensare di fare la stessa cosa perché nel frattempo non una delle cause del sovraffollamento è stata affrontata, si scatena una violenta polemica fondata sul nulla.

ipocritaAnche quelli che si accodano all’invito di Napolitano senza fare polemiche meritano una menzione speciale perchè sembrano scoprire solo oggi una realtà che è sotto gli occhi di tutti da molti anni. Se poi questi sono gli stessi che hanno occupato posti di responsabilità e di potere senza agire concretamente per risolvere il problema carceri e giustizia (tirata in ballo per gli affari di Berlusconi e mai per i problemi veri) allora è un caso di ipocrisia conclamata che va denunciato. Per anni silenti ad occuparsi delle loro faccende e adesso costernati spettatori del disastro carceri?

giustizia lentaLo scandalo ci deve essere certamente, ma perché ad intervalli periodici cadiamo dalle nuvole e ci accorgiamo che il sistema giudiziario è lento e farraginoso, povero di mezzi ed arretrato e inefficiente; che le carceri sono un inferno indegno di un paese civile; che le pene colpiscono soprattutto i poveri cristi che non possono pagare illustri avvocati capaci di scovare innumerevoli cavilli per sottrarre i loro clienti alle pene se non anche ai processi.

Lo scandalo ci deve essere perché, al di fuori di periodi storici particolari (come fu dopo la Liberazione), il “rimedio” dell’amnistia e dell’indulto segna il fallimento del sistema penale e carcerario che vengono svuotati di senso perché incapaci di funzionare. Amnistia e indulto non sono una festa dello Stato di diritto, ma il segnale di un problema serio.

Ecco sarebbe bello che i rappresentanti del popolo italiano in Parlamento nonché tutti coloro che fanno informazione si rendessero conto della pesantezza di questa serietà che costituiscono il vero scandalo e si concentrassero su questo per evitare di stare di nuovo al punto in cui siamo oggi tra altri 7 anni. Sarebbe bello che lo facessero magari strillando di meno e impegnandosi di più.

Claudio Lombardi

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