Il nostro 25 aprile. La nostra libertà
Il 25 aprile 2023 le massime cariche della Repubblica italiana salgono i gradini dell’Altare della Patria per rendere omaggio alla Festa della Liberazione dal nazifascismo. Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica, Ignazio La Russa Presidente del Senato, Lorenzo Fontana presidente della Camera dei deputati, Giorgia Meloni presidente del Consiglio dei ministri. Basterebbe questa immagine a spiegare cosa è un regime fondato sulla libertà e sulla democrazia e basterebbe essere consapevoli che non si tratta di un dono, ma di una conquista.
La nuova Italia nasce con il suo primo nucleo, il Comitato di Liberazione Nazionale, fondato il 9 settembre 1943 e composto dai partiti antifascisti: Partito Comunista Italiano, Democrazia Cristiana, Partito d’Azione, Partito Liberale Italiano, Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria, Partito Democratico del Lavoro. Questo il suo programma: «Nel momento in cui il nazismo tenta di restaurare in Roma e in Italia il suo alleato fascista, i partiti antifascisti si costituiscono in Comitato di liberazione nazionale, per chiamare gli italiani alla lotta e alla resistenza per riconquistare all’Italia il posto che le compete nel consesso delle libere nazioni».
Queste le basi che portarono dopo la Liberazione e la completa vittoria alleata sul nazifascismo al referendum del 2 giugno del 1946, all’elezione dell’Assemblea Costituente, all’approvazione della Costituzione e, quindi, alla nascita della Repubblica Italiana.
La Resistenza coinvolse solo una parte degli italiani, ma fu abbastanza perché l’Italia, paese vinto poiché alleato della Germania nazista, partecipasse alle trattative di pace con un suo governo legittimo senza subire l’occupazione militare dei vincitori, ma, anzi, ricevendo il loro aiuto per i bisogni più urgenti della popolazione e per la ricostruzione.
Con la Repubblica e la Costituzione gli italiani conobbero una libertà che non avevano mai conosciuto. Le donne votarono per la prima volta e alla fine del 1946 fu fondato il MSI da reduci della Repubblica Sociale Italiana ed ex esponenti del regime fascista. Non dovettero subire nessuna persecuzione nonostante la Costituzione vietasse la ricostituzione del partito fascista perché i suoi dirigenti proclamarono di non avere alcuna intenzione di riportare in vita il vecchio regime, “ormai fuori dal tempo” secondo la formula «Non rinnegare, non restaurare». Un chiaro segno della permanenza di un vasto consenso al fascismo, esplicito e implicito, che ha favorito la continuità e il giustificazionismo.
Se oggi a capo del governo c’è la leader di un partito che discende dal MSI significa che la democrazia italiana è più vera e più forte di quanto appaia. Chi, tra gli italiani che guardano con simpatia al ventennio fascista, accetterebbe di essere privato della libertà e di essere perseguitato per le sue idee? Probabilmente nessuno.
La Resistenza è un patrimonio comune degli italiani, è la massima espressione del patriottismo, è un evento fondante della nuova Italia. Su questo bisognerebbe essere intransigenti. Ciò che è mancato per molti anni in Italia è il culto della memoria base indispensabile per non perdere di vista la nostra identità nazionale e per consegnarla alle nuove generazioni.
Sbaglia sia chi tenta – il presidente del Senato La Russa – di eccepire l’assenza del termine “antifascista” nella nostra Costituzione sia chi considera la lotta di liberazione proprietà della sinistra vecchia e nuova.
Bisogna sperare che la verità storica sia considerata acquisita una volta per sempre e che tutti gli italiani si rendano conto a chi devono la loro libertà.
Chi volesse immaginare cosa sarebbe accaduto se il nazifascismo non fosse stato sconfitto può vedere le immagini dei campi di sterminio nei quali furono uccisi milioni di ebrei e oppositori del nazismo oppure può guardare cosa sta facendo la Russia in Ucraina. Il fascismo inteso come imposizione della forza sui più deboli e come sequestro della libertà esiste ancora e vive nei regimi dittatoriali fin troppo diffusi nel mondo, ma è la guerra imperialista della Russia contro una nazione libera che li rappresenta tutti.
Il nostro 25 aprile è la nostra libertà e dovremmo considerarla come la conquista più preziosa e difenderla
Claudio Lombardi
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