Perché la Rai deve cambiare (di Roberto Perotti)

conti RAILe accuse alla Rai sono sempre le stesse da decenni: politicizzazione, cattiva amministrazione, sprechi, raccomandazioni.  Bisogna andare oltre queste critiche qualitative. Ecco perché la Rai deve dimagrire. E di ben più di 150 milioni.

Un’indagine di Inflection Point condotta nel 2013 mostra che la percentuale di intervistati che ritengono i programmi della TV pubblica “molto buoni” in Italia è la più bassa (meno del 5 percento) fra tutti i 14 paesi del campione.

Ma questa è una misure “qualitativa”, per quanto interessante. È possibile fare un’analisi più “quantitativa”? Come sempre, può aiutare un confronto con un’azienda simile in un altro paese. La BBC è un termine di paragone molto utile, perché è forse la televisione pubblica con la reputazione più solida in tutto il mondo. Le sue news a pagamento raggiungono 330 milioni di famiglie e sono visibili in 1,8 milioni di camere d’ albergo; e nella stessa indagine citata sopra, la percentuale che ritiene i programmi della BBC “molto buoni “ è oltre il 30 percento, la più alta del campione.

RAI E BBC: I BILANCI

La tabella 1 confronta le principali  voci di bilancio per le capigruppo RAI e BBC e per gli interi gruppi RAI e BBC nel 2012. I valori sono in Euro, usando un tasso di conversione che tiene conto delle differenze di potere d’acquisto.

Tabella 1

RAI RAI Gruppo BBC PSB BBC Gruppo
Entrate totali 2.626 2.761 4.297 5.575
Canone 1.748 1.748 3.995 3.995
Costo del lavoro 923 1.015 1.050 1.403
Personale totale 11.851 13.158 17.651 22.399

 

Dati finanziari in milioni di euro Fonti: BBC: Full Financial Statement 2012/2013; RAI Bilancio Rai 2012

costi RAIDalla tabella risalta subito una differenza sostanziale tra le due aziende. Il gruppo BBC è esattamente il doppio del gruppo RAI in termini di entrate totali, ma ha un costo del lavoro e un numero di dipendenti che sono superiori solo del 40 e 70 percento, rispettivamente. Percentuali simili valgono per le capigruppo.

Una conseguenza di questi dati è che la remunerazione media dei dipendenti è più alta in RAI che in BBC, come mostra la tabella 2.

Tabella 2

RAI Gruppo RAI BBC PSB Gruppo BBC
Costo del lavoro medio 77.884 77.139 59.489 62.635

 

Dati in Euro Fonte: Tabella 1

RAI E BBC: I DIRIGENTI

Tuttavia il confronto più interessante è nel numero e nella remunerazione dei dirigenti. La tabella 3 mostra il numero dei dirigenti nelle capigruppo RAI e BBC. La BBC, con il 50 percento in più di occupati rispetto alla RAI, ha il 20 percento in meno di dirigenti. Ma il dato più significativo riguarda i giornalisti. Su un totale di 1939 giornalisti, ben 324, un impressionante 17 percento, hanno la qualifica di dirigenti. Pochi enti al mondo, pubblici o privati, devono avere un tale rapporto tra dirigenti e non dirigenti.

Tabella 3

RAI BBC
Personale totale 11.851 17.651
             di cui dirigenti 573 444
Giornalisti 1939
            di cui dirigenti 324
Dirigenti/personale totale 4,9% 3,3%
Dirigenti giornalisti/giornalisti 16,7%

 

Fonti: BBC: Full Financial Statement 2012/2013 e BBC Executive’s Review and Assessment for 2012/2013;RAI Bilancio Rai 2012

raffronto RAI BBCAnche un confronto della remunerazione dei dirigenti lascia pochi dubbi. La BBC pubblica ogni anno la remunerazione e i nominativi di circa 70 tra i maggiori dirigenti. Inoltre essa pubblica la remunerazione dei dirigenti dell’azienda per fasce sia di 30.000 sterline sia, per ogni divisione dell’azienda, anche di 5.000 sterline.

Come è noto, la RAI è sempre stata molto restia a pubblicare le remunerazioni dei propri dirigenti, con motivazioni che, come vedremo, non sono convincenti. Tuttavia, in una audizione alla Commissione di Vigilanza del dicembre 2013, il direttore generale Gubitosi ha fornito il numero di dirigenti della RAI, per fasce di 100.000 euro.

La tabella 4 mette a confronto il numero e gli stipendi dei 444 dirigenti britannici della BBC PSB e dei 622 dirigenti italiani per fasce di 100.000 euro.

Tabella 4

BBC Perc. RAI Perc
0 100 144 32.4 86 13.8
100 200 250 56.3 463 74.4
200 300 37 8.4 58 9.3
300 400 10 2.3 7 1.1
400 500 3 0.7 4 0.6
>500 0 0.0 4 0.6
444 100 622 100

 

Fonte: BBC Executive’s Review and Assessment for 2012/2013, pp. 76 e 93

La BBC non ha stipendi sopra i 500.000 euro e solo tre stipendi tra 400.000 e 500.000 euro. La RAI ne ha quattro e quattro, rispettivamente (in realtà almeno due sono sopra i 600.000 euro). Inoltre la BBC ha una percentuale di stipendi inferiore a 100.000 euro molto maggiore, e una percentuale di stipendi tra i 100.000 e 200.000 euro molto minore.

È interessante anche confrontare la remunerazione dei due direttori generali. Tony Hall guadagna 450.000 sterline (492.000 euro). Luigi Gubitosi guadagna 650.000 euro. Si noti anche che il compenso del DG della BBC attuale è diminuito del 32% rispetto a quello del DG precedente. Il compenso del DG italiano invece è rimasto invariato.

RAI E BBC: GLI ULTIMI 10 ANNI

La RAI è in perdita. La difesa della RAI è tipicamente imperniata su due argomenti: il canone RAI è tra i più bassi d’Europa, e negli ultimi anni c’è stato un crollo degli introiti pubblicitari. Entrambe le affermazioni sono vere. Ma questo non significa che la RAI abbia saputo fronteggiare questi problemi con la necessaria capacità.

Dal 2002 i proventi pubblicitari sono diminuiti da 1131 a 745 milioni di euro, il 35%. Ma questa flessione ha riguardato tutti i media, a cominciare dalla carta stampata, che ha affrontato un durissimo processo di ristrutturazione. Cosa ha fatto la RAI? Dal 2002 ad oggi il personale e il costo del lavoro sono aumentati. Il numero dei giornalisti è rimasto identico, nonostante le enormi trasformazioni dell’informazione e il costante declino di spettatori dei telegiornali: il TG1 serale è passato da una media di oltre sei milioni e mezzo di spettatori del 2005 (30,40% di share) a 5 milioni e 241 mila nel 2013 (share 23,07%).

Al contrario della RAI, la BBC ha avuto la fortuna di vedere aumentare continuamente le risorse pubbliche e quelle commerciali. Tuttavia, l’andamento dell’ occupazione totale è stato esattamente opposto a quello della RAI: essa è diminuita costantemente, del 22%. E nonostante il considerevole aumento di risorse totale, il costo del lavoro è rimasto invariato in questi dieci anni in termini nominali, ed è quindi sceso in termini reali.

Roberto Perotti tratto da www.lavoce.info

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