Su Brusca sui delitti e sulle pene

No politici e giornalisti che si mostrano stupiti e indignati per la scarcerazione di Giovanni Brusca non sono credibili. Che fosse un pentito e che avesse diritto al premio per chi collabora con la giustizia lo si sa da una ventina d’anni. I cittadini non sono somarelli con i paraocchi. Tra l’altro, la Corte Costituzionale poche settimane fa ha avvertito il Parlamento che l’ergastolo ostativo, quello che esclude sconti di pena, è incostituzionale e quindi andrà abolito. Cioè l’ergastolo non lo farà più nessuno.

Il guaio è che in decine d’anni non sono state costruite carceri degne di un paese civile, ma si pigia sempre sullo stesso tasto: ridurre il numero dei detenuti. Si sostiene che non vanno costruite nuove carceri e avanza un movimento che afferma la disumanità del carcere in sé e ne propone l’abolizione. Questa sarà la prossima frontiera. Resta il problema dei reati: come si farà a punire chi li commette e a difendere la società e le persone offese? No, “punire” non è politicamente corretto. Bisogna dire sempre rieducare e recuperare perché i sognatori idealisti considerano il crimine un prodotto della società e chi lo commette non ne è completamente responsabile. Le vittime? Per loro il regno dei cieli

2 giugno 2021

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