La valutazione civica: uno strumento per conoscere e cambiare le istituzioni (di Angelo Tanese)

Un deficit di fiducia nelle istituzioni

Le istituzioni sono importanti per il funzionamento di una democrazia e per il buon governo di un Paese.

Malgrado i processi di riforma e i tentativi di modernizzazione avviati negli ultimi decenni in Italia, il livello di fiducia da parte dei cittadini nei confronti di chi esercita funzioni di governo e riveste ruoli di responsabilità nella gestione della cosa pubblica è in generale molto basso, e tende costantemente a peggiorare.

Anche se esistono molti casi di “buona amministrazione”, soprattutto a livello locale, la percezione diffusa nei riguardi delle amministrazioni pubbliche è in genere di scarsa affidabilità e di eccessiva lentezza. Esiste inoltre una difficoltà per i cittadini ad accedere e disporre di informazioni chiare e attendibili sul funzionamento delle istituzioni e sulla qualità del loro operato.

Questo deficit di informazione e di rendicontazione, che non consente di distinguere le differenti realtà, di analizzare le istituzioni per quello che sono e realizzano, costituisce un elemento di crisi e di debolezza dei meccanismi di partecipazione alla vita democratica del Paese.

Partire dalla realtà per cambiarla

Una strada percorribile per i cittadini è allora quella di esercitare il diritto di analizzare autonomamente la realtà e di formulare un giudizio su di essa, di sviluppare una capacità di intervento, e quindi di partecipare responsabilmente al miglioramento delle istituzioni.

La condizione perché questo avvenga è che i cittadini possano avere accesso a informazioni fondamentali in merito al funzionamento delle amministrazioni pubbliche, inerenti sia i processi di governo interno che le politiche e i servizi resi esternamente.

Il valore della valutazione civica

La valutazione civica può essere definita come una ricerca-azione realizzata dai cittadini, mediante l’utilizzo di metodologie dichiarate e controllabili, per l’emissione di giudizi motivati su realtà rilevanti per la tutela dei diritti e per la qualità della vita.

Sono dunque i cittadini stessi, organizzati e dotati di adeguati strumenti e tecniche di valutazione, a produrre informazioni rilevanti su ambiti di analisi ritenuti significativi, quali servizi resi da soggetti pubblici o privati (es. sanità, trasporti, scuola, telecomunicazioni, utenze, servizi finanziari, etc.) o le politiche pubbliche attuate in determinati settori (come welfare, ambiente, giustizia), a livello nazionale o locale.

L’attività di valutazione civica consente così di monitorare e verificare, ad esempio, il rispetto di determinati standard quanti-qualitativi previsti da impegni contrattuali o Carte dei Servizi nella prestazione di servizi pubblici o privati, il grado di rispondenza di determinate politiche o servizi alle attese e ai bisogni dei cittadini o, più semplicemente, l’effettiva attuazione di determinati adempimenti o obblighi normativi, talvolta largamente disattesi.

I cittadini non si limitano all’espressione di opinioni soggettive, ma sono in grado di formulare giudizi fondati sulla base di dati e informazioni raccolti e elaborati secondo metodi predefiniti e, per quanto possibile, scientificamente validi e rigorosi.

Dalla conoscenza prodotta dai processi di valutazione civica possono derivare azioni di informazione, ascolto e assistenza ai cittadini, di interlocuzione con le istituzioni, di partecipazione alle politiche pubbliche o più semplicemente di denuncia, reclamo o azione legale.

Il ruolo dei cittadini nella valutazione civica

Nei processi di valutazione civica i cittadini sono dunque al tempo stesso :

–          promotori del processo, vale a dire coloro che esprimono l’esigenza di approfondire e  formulare un giudizio su un dato problema;

–          attuatori dell’indagine, dal momento che essi stessi raccolgono dati ed elaborano informazioni rispetto al problema;

–          utilizzatori della conoscenza prodotta, in quanto sono direttamente interessati a produrre un cambiamento sulla realtà analizzata.

Non è possibile, pertanto, separare l’attività strettamente “tecnica” di produzione di informazioni su una data realtà da quella più propriamente “politica” di utilizzo delle stesse informazioni per incidere concretamente. Il cittadino-valutatore è sempre e comunque un cittadino attivo e interessato al cambiamento della società.

L’Agenzia di Valutazione Civica di Cittadinanzattiva

L’Agenzia di Valutazione Civica è una struttura interna a Cittadinanzattiva creata nel luglio 2010 per promuovere la cultura della valutazione e sostenere l’empowerment e la partecipazione dei cittadini nei processi di governo e di produzione delle politiche pubbliche.

L’Agenzia nasce a partire dall’esperienza di valutazione civica consolidata da Cittadinanzattiva, in particolare sulla qualità dei servizi e delle strutture sanitarie con l’esperienza dell’ Audit civico, una metodologia adottata complessivamente, a partire dal 2001, in oltre 170 aziende sanitarie, avvalendosi di équipe di valutazione miste composte da cittadini e operatori sanitari.

Con la nascita dell’Agenzia, interamente dedicata allo sviluppo e all’attuazione di iniziative e progetti di valutazione dal punto di vista dei cittadini, Cittadinanzattiva intende ulteriormente rafforzare le metodologie e gli strumenti di valutazione civica ed estendere la loro applicazione ai diversi ambiti di intervento delle amministrazioni pubbliche.

L’idea di fondo è che un ruolo più attivo dei cittadini appare essenziale per riqualificare i sistemi di valutazione già presenti nei diversi ambiti istituzionali e settoriali della Pubblica Amministrazione e per favorire l’attuazione di reali processi di cambiamento nell’interesse dei cittadini e della collettività.

Angelo Tanese responsabile dell’Agenzia di valutazione civica di Cittadinanzattiva

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