Calo iscritti Pd: un fenomeno generale (di Giuseppe Belleri)
Questa storia del crollo degli iscritti Pd è piena di luoghi comuni, analisi superficiali e strumentali. Invece è del tutto comprensibile e frutto di profonde dinamiche socio-politiche. Vediamole schematicamente:
1. da oltre un decennio tutte le organizzazioni e forme associative soffrono di un calo di iscritti generalizzato per via della “liquefazione” delle relazioni, della riduzione dei legami comunitari e della differenziazione sociale;
2. a fronte di tali tendenze sono cresciute tutte le forme di aggregazione sociale informale e virtuale, specie quelle telematiche “giovanili” come appunto Facebook;
3. la disaffezione e l’invecchiamento degli iscritti ha favorito la personalizzazione della politica, che ha trovato nelle primarie all’americana la sua massima espressione e ha comunque fatto emergere una voglia di partecipazione senza affiliazione, che non trova più o rifiuta lo sbocco dell’adesione alla forma partito novecentesca;
4. va da sé che la maggioranza degli iscritti al PD che non rinnovano la tessera faceva riferimento alla forma partito pre-renziana che il premier ha di fatto rottamato assieme alla vecchia classe dirigente post-comunista perdente;
5. questi ultimi devono solo contemplare la propria incapacità di trattenere i “loro” vecchi iscritti senza parlare dell’impossibilita’ di attrarne di nuovi;
6. il 41% delle europee dimostra la capacità attrattiva di Renzi verso l’elettorato “liquido“, che è inversamente proporzionale alla sua attrattività verso gli iscritti;
7. d’altra parte dopo la stagione della partecipazione della base il marchio delle scelte riformatrici renziane è andato in direzione esattamente opposta, prima con l’elezione di II° livello delle province ed ora con quella ancor più marcata del Senato, entrambe a rischio di consociativismo, chiusura castale ed ipertrofia correntizia;
8. il vecchio iscritto si e’ trovato così spaesato e schiacciato, da un lato, dallo scavalcamento da parte del popolo delle primarie e, dall’altro, dalla logica opposta delle elezioni di II° livello, frutto spesso di dinamiche correntizie interne incomprensibili, autoreferenziali e senza alcuna possibilità di essere influenzate dalla mitica base degli iscritti/militanti: logico e naturale che non abbia rinnovato la tessera;
9. conclusione: la forma partito novecentesca è ormai in fase di esaurimento irreversibile, ma forse potrebbe essere affiancata, rianimata e rivitalizzata se solo si riuscisse a mantenere un canale di comunicazione/relazione con il popolo informe e disperso delle primarie. Servono ovviamente canali, linguaggi e strumenti adatti, come ad esempio le DOPARIE, che tuttavia mi sembrano sempre ai paletti di partenza. Perche’?
Giuseppe Belleri Tratto da: http://riformel.blogspot.it/
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