Diritti e mondo LGBTQIK+

Il movimento LGBTQIK+ ha il grande merito di aver imposto alle opinioni pubbliche dei paesi retti da regimi liberaldemocratici il fondamentale diritto all’eguaglianza delle persone a scegliere e vivere il proprio orientamento sessuale. Se si pensa che nel passato si poteva finire in carcere per omosessualità o essere uccisi e tuttora è motivo di dura repressione in tanti paesi si capisce che in Occidente dobbiamo dire grazie a quelle battaglie.

Quando però dai comportamenti sessuali (liberi finchè non si rechi danno ad altri, per esempio con  la pedofilia, gli stupri, le mutilazioni o danni permanenti all’integrità fisica) si passa a voler stabilire nuove regole di convivenza sociale il discorso si complica perché non tutto può essere riconosciuto come un diritto da tutelare. In particolare, avere dei figli fuori dai casi di legame biologico e adozione, ricorrere alla maternità surrogata o decidere il proprio genere non sono diritti, bensì semplici desideri individuali. Se la visione è quella di una società che deve limitarsi a proteggere tutto ciò che l’individuo vuole per sé trasformando il suo desiderio in diritto allora il cambiamento che si chiede è radicale, troppo per essere guidato da un movimento che ha nella sua stessa definizione (LGBTQIK+) l’estrema fluidità che caratterizza i gusti sessuali individuali che ne costituiscono il limite.

11 giugno 2023

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