E il debito?
Due punti fermi della prossima manovra di bilancio: il debito non scenderà e il deficit aumenterà. Le spese partono già gravate dagli assurdi bonus edilizi (paga lo Stato per arricchire il patrimonio dei privati), dalla spesa pensionistica e dalla fiscalizzazione dei contributi sociali per i redditi medio bassi come compenso statale per i mancati aumenti delle retribuzioni dopo anni di boom dei profitti. In sostanza la politica economica sarà ancora all’insegna della continuità: una distribuzione di risorse a debito per non scontentare nessuno. Ci sono stati anni di finanza allegra a tasso zero e ora il conto da pagare sta arrivando.
I politici annaspano, parlano di nuove spese e non sanno come farle. Si accusa un’austerità che in Italia non si è mai vista. Il debito pubblico a fine 2019 aveva raggiunto i 2.409,9miliardi rispetto ai 1.632 del 2008. Ma poi lo hanno fatto crescere di 163,6 miliardi nel solo 2020, di altri 104,9 miliardi nel 2021, di 83,6 miliardi nel 2022 e a giugno 2023 Bankitalia lo ha calcolato in 2.843 miliardi. Intanto gli interessi hanno preso il volo e puntano verso il 5%. Il traguardo dei 100 miliardi di spesa è vicino. Con questi numeri l’Italia è bloccata. Se non fosse inserita nell’Eurozona sarebbe già fallita. Intanto la sberla dei bonus edilizi non è servita ed è già decollato il nuovo bonus barriere al 75%. Per tutti
28 settembre 2023
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