E SE DOMANI

E se domani Putin volesse fare un sondaggio sull’effettiva reazione della Nato, nella nuova era trumpiana, ad un’azione aggressiva verso un paese che fa parte dell’Alleanza e della UE? La Lituania andrebbe benissimo e lo sblocco del “corridoio” di Suwalki per stabilire un collegamento tra l’exclave russa di Kaliningrad e la Bielorussia sarebbe un ottimo pretesto. Non si tratterebbe di una guerra, ma di una prova sotto stress per far venire allo scoperto sia il disimpegno americano sia i filorussi che sono presenti nei paesi europei (si metterebbero tutti ad invocare la pace e l’amicizia di Putin).

Può sembrare impossibile, ma non è lo dal momento in cui la deterrenza Usa non è più certa e quella europea è ancora in formazione. Noi possiamo anche fare finta che in Ucraina non stia succedendo nulla che ci possa riguardare, ma è lì che si decide il futuro dell’Europa e si decide con le armi. Trump non le manda più e vuole la resa. Non sa più come dirlo che lui è con Putin. Gli stati europei sono rimasti soli a sostenere l’Ucraina e ad arginare l’imperialismo russo. Ma non tutti sono d’accordo. Alcuni sono con Mosca, ma anche fra quelli pro Ucraina ci sono distinguo. Il governo italiano si defila perché ha nella sua maggioranza la Lega che è un partito legato alla Russia. Anche nell’opposizione c’è una forte componente filorussa nascosta fra le bandiere del pacifismo. Anche in Germania, Francia e Inghilterra le forze filorusse si preparano. L’ora più buia dell’Europa è iniziata

10 dicembre 2025

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