Governo: due passi avanti o mezzo indietro?
Sembra strano, ma il succo dell’Italicum sta tutto in quel piccolo ballottaggio che dovrebbe portare ad un solo vincitore delle elezioni. Ma come, anni e anni di polemiche, discussioni, convegni (che però danno lavoro a tante persone…), saggi, studi e, infine, la bomba della sentenza della Corte Costituzionale e poi questa è la riforma elettorale? Pare di sì. A Berlusconi piacendo ovviamente che è tornato ad essere la variabile indipendente della politica italiana (indipendente perché tutti devono tenere conto delle sue giravolte). Una riforma meglio di niente non certo il massimo cui si poteva aspirare.
Nel frattempo il governo ha trovato addirittura venti miliardi da spendere in riduzioni fiscali. Sempre benvenute, sia chiaro, ma siamo poi così sicuri che si traducano in un rilancio dell’economia? Avere più soldi da spendere per chi guadagna poco è una cosa buona e necessaria e, quindi, è giusto farla.
Se, però, ci affidiamo a 80 euro al mese in più in tasca non andiamo lontani. Meglio sarebbe lanciare un piano di opere pubbliche e infrastrutturali a tappeto. Ma non si farà perché il ritorno in termini di immagine non equivale a 80 euro in più a milioni di persone. Ci saranno, è vero, i lavori per la messa in sicurezza delle scuole. Meglio di niente sono di sicuro.
Possiamo dire due passi avanti o mezzo indietro?
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