Il primato italiano: l’eterna questione fiscale

Salvini torna ad invocare la liberazione dei contribuenti dalle “grinfie” dell’Agenzia delle Entrate. Non dovrebbe stupire: le sue origini risalgono pur sempre alla secessione del nord, alle buffonate sul dio Po e al disprezzo dell’unità nazionale. Il marchio di fabbrica della Lega è quello delle partite Iva che si vogliono fare gli affari loro e chi se ne frega del resto. Al massimo possono consentire che la loro regione si tenga tutti i soldi delle tasse locali. Lo Stato italiano è un corpo estraneo da sfruttare. Perché stupirsi? La Lega ha questo DNA e se ha rinunciato al secessionismo esplicito è per stare al governo e raggiungere la separazione per altre vie. Infatti Salvini attacca il fisco dello stato centrale.

C’è però un problema di fondo: quale altro  paese del mondo civile può prosperare con una simile erosione fiscale? Una buona parte degli italiani non contribuisce da decenni alle spese comuni e lo fa con la protezione dei partiti di centro e di destra. Sono milioni di elettori e corrispondono ad un’evasione fiscale di massa. Nel passato l’Italia galleggiava tra inflazioni altissime, svalutazioni della lira, debito pubblico alle stelle e concorrenza sui mercati con mano d’opera a basso costo. Evasione fiscale, corruzione, inefficienza, sprechi e ruberie erano parte di un  sistema. Perpetuare oggi questo modello, come sembra voler fare la destra, è un suicidio

18 luglio 2023

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