Il voto al governo sulla scuola? Sei meno

Intervista Adriana Bizzarri responsabile settore scuola di Cittadinanzattiva che realizza da dodici anni un rapporto annuale sulla sicurezza scolastica.

situazione scuolaRenzi ha annunciato da mesi l’intenzione di mettere l’istruzione al primo posto cominciando da un’attenzione nuova, forse mai avuto da nessun governo prima d’ora, per la sicurezza degli edifici scolastici. Quale è il punto di vista di chi da anni tiene gli edifici scolastici sotto osservazione? I lavori promessi sono stati fatti?

Riconosciamo l’importanza della centralità che il governo ha voluto attribuire alla scuola a partire dall’edilizia come mai era stato fatto in vent’anni. Così come lo sforzo che si sta facendo per reperire fondi per la scuola. Quello che non abbiamo condiviso di questo piano – “scuole belle”, “scuole sicure”, “scuole nuove” – sono innanzitutto i criteri utilizzati. Ancora non si conosce una mappatura degli edifici scolastici. Cittadinanzattiva ha vinto un ricorso e tra pochi mesi il MIUR dovrà far conoscere l’anagrafe degli edifici. Noi critichiamo proprio il fatto che le scuole siano state scelte, in assenza di una mappatura, solo sulla base delle indicazioni dei sindaci. Ci sarebbero voluti criteri oggettivi e misurabili.

sicurezza scolasticaCirca gli interventi diciamo che vanno ben distinti quelli  che rientrano in “scuole belle” (ben 18mila edifici) e che consistono in interventi di piccolissima manutenzione o di decoro o di abbellimento da quelli sulla sicurezza. Si tratta di due cose molto diverse. Per “scuole belle” sono stati destinati 450 milioni di euro che sono andati o andranno soprattutto alle scuole del Sud. Mentre al Nord andranno prevalentemente i fondi per “scuole sicure”. Così non va perché al Sud ci sono le situazioni di carenze strutturali più gravi e di necessità di adeguamento antisismico.

Qual è la situazione della sicurezza degli edifici scolastici?

sicurezza edifici scolasticiLa situazione come anche quest’anno dimostra il campione esaminato per il nostro rapporto annuale è grave, anzi, molto grave perché il 70% delle scuole presentano lesioni strutturali, oltre il 20% presentano segni di sofferenza strutturale (distacchi di intonaco, crepe, infiltrazioni d’acqua). Peraltro abbiamo censito nel Rapporto 36 episodi – da noi definiti “Tragedie sfiorate” –   rintracciati sulla stampa locale che parlano di crolli che non hanno provocato morti, ma solo per puro caso. Questo avviene ogni anno. L’anno passato ne avevamo censiti altri 30, quindi è una situazione del tutto fuori controllo. A tutto ciò si aggiunge un’assenza quasi totale di manutenzione perché gli enti proprietari (comune o provincia) non intervengono o intervengono troppo tardi.

Riconosciamo che il governo ha lavorato anche su questo mettendo in atto nuove procedure o semplificandole. È chiaro, però, che noi quest’anno non abbiamo registrato cambiamenti perché i lavori si cominceranno a vedere verso la fine del 2014 e il 2015. Tra l’altro tenendo conto che “scuole belle” consiste di interventi semplici e qualcosa si può vedere di già fatto; per quanto riguarda “scuole sicure” gli interventi sono davvero importanti e qui ci vuole molto più tempo (e molti più soldi). Per cui la situazione è davvero preoccupante e notavamo anche quest’anno che i più piccoli sono penalizzati. Manca anche la cultura della sicurezza. Ad esempio noi continuiamo a vedere che gli arredi sono rotti o degradati, ci sono spigoli vivi ovunque, armadi e librerie non sono ancorati. Il che significa che i piccoli sono i più esposti. Anche per i disabili c’è una sofferenza perché il numero dei disabili a scuola aumenta (ed è un segno positivo), nella maggior parte dei casi si riesce a farli entrare a scuola, ma poi non riescono a muoversi all’interno perché le barriere ci sono ancora.

politiche scolasticheI cittadini cosa possono fare? Tra i cittadini ci mettiamo tutti compresi studenti, insegnanti e personale amministrativo.

Noi abbiamo registrato un fermento nuovo soprattutto tra i genitori dei bambini più piccoli che ha dato vita al fenomeno “scuole aperte” con una miriade di comitati di genitori che stanno contribuendo in vario modo alla manutenzione degli edifici scolastici (tinteggiature delle aule, piccole riparazioni, aiuto ai corsi pomeridiani). C’è una forte spinta partecipativa che andrebbe favorita e denota una consapevolezza nuova tra i genitori. Gli studenti invece sono disaggregati; sensibili al tema della sicurezza, non riescono però a presentarsi come un soggetto protagonista della scuola. Eppure ce ne sarebbe bisogno adesso che il governo ha aperto una grande consultazione per il futuro della scuola che è una sfida che riguarda tutti.

In conclusione che voto daresti al governo?

La sufficienza se la merita, ma non piena. 6 meno è il voto giusto. Per ora

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