La versione di Cassese sull’opposizione

Brani di un’intervista a Sabino Cassese di Aldo Torchiaro per Il Riformista. Il testo integrale si può leggere a questo link

Sulle opposizioni che non partecipano ad alcune decisioni parlamentari

«Fanno male, sia nel metodo, sia nel merito. Nel metodo, come è stato spiegato da Alessandro Campi su “Il Messaggero” di ieri, perché questi temi si dibattono in Parlamento, la cui funzione è proprio quella di consentire dialogo, opposizione, compromessi se necessario. Nel merito perché enfatizzano un problema che non esiste. Tutti i giudici della Corte costituzionale possono trovarsi in conflitto, e in tal caso sono tenuti ad astenersi sia dall’udienza, sia dal dibattimento in camera di consiglio, sia dalla decisione».

Sul modo di fare opposizione

«Ho definito le attuali opposizioni acchiappanuvole e trovo in questo ultimo atteggiamento una conferma della mia definizione. Se le opposizioni studiassero meglio la legislazione in corso, facessero maggiore attenzione al modo in cui viene applicata, cercassero di interpretare la domanda popolare di politica, facessero un tentativo di formulare programmi invece che lanciare quotidianamente slogan, evitassero di cercare pretesti per opporsi e individuassero, in luogo dei pretesti, motivi seri di opposizione, facessero attenzione ai problemi del Paese (dalla scuola alla sanità, al lavoro, al numero dei laureati, agli inadempimenti costituzionali, e così via) farebbero il loro mestiere. Purtroppo, la nostra democrazia è carente anche per questo metodo di opposizione che somiglia più ad un teatro dei pupi che a una competizione politica».

«Mi fa un po’ pena sentire quelle affermazioni (la Schlein che accusa il governo di concezione padronale delle istituzioni). Manca la politica. Le opposizioni devono fare politica su cose serie. Non su pretesti. Ma con l’Aventino non si incide in politica».

Sui referendum

«I referendum vanno utilizzati con molto giudizio. La storia ha dimostrato che i votanti non rispondono alla domanda referendaria quanto piuttosto esprimono un orientamento favorevole o contrario al proponente. Quindi, il referendum finisce per diventare quasi sempre un plebiscito, positivo o negativo».

Sul divieto della manifestazione del 5 ottobre

«Quando ci sono pericoli per l’ordine pubblico certo che è giusto (vietare). C’è libertà di riunione e di manifestazione, ma se ci sono problemi di ordine pubblico il ministero dell’Interno e la Polizia debbono valutarli, nell’interesse della collettività e degli stessi violenti».

Sul ddl sicurezza

«Il ddl sicurezza è stato approvato dalla Camera e deve andare in Senato. Ha contenuti numerosi che vanno dall’ordinamento penitenziario alle droghe, alla protezione delle forze dell’ordine. Abbiamo visto con quanta violenza i rappresentanti delle forze dell’ordine sono stati attaccati. Quello che ha attirato l’attenzione è stata la disciplina del blocco stradale, che ora prevede la carcerazione. Penso che in questi casi si debba regolare queste materie come il diritto di sciopero: ci sono i diritti di chi sciopera, ma anche quelli degli altri, di chi subisce il fermo dei trasporti, ad esempio. Sono diritti che vanno contemperati. Il diritto di circolazione per cui non si possono bloccare stazioni e autostrade, interessa il diritto dei cittadini a muoversi, ad andare al lavoro, ad andare a scuola»

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Fornisci il tuo contributo!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *