Leadership ed etica

Da un articolo di Luca Massacesi su http://www.officineeinstein.eu:

etica pubblicaLeadership ed etica due parole che nella nostra esperienza è difficile coniugare insieme. Pensiamo un po’: qual è l’ultimo leader politico che consideriamo una figura etica? Quanti imprenditori etici ci vengono in mente? Probabilmente dobbiamo scavare un po’ nella memoria.

Dobbiamo invece scavare assai meno per farci venire in mente i numerosi scandali che riguardano i leader aziendali, politici, religiosi, si pensi al caso Lewinsky per Clinton, a Colin Powell che illustra all’Onu le false prove contro l’Iraq, al caso Ruby (tra i tanti) per Berlusconi, a Scaloja che non si accorge di essere proprietario di un appartamento, all’Expo di Milano, alla ricostruzione dell’Aquila, ma anche più semplicemente ai numerosi esempi aziendali, casi come quello dei Monti dei Paschi, o dell’Ilva.

Tuttavia è bene non generalizzare, anzi questi esempi servono proprio a differenziare i leader etici da quelli assolutamente non etici. La domanda allora diventa: quando un leader è etico?

L’etica è un ramo della filosofia che, ci spiega Wikipedia, studia i fondamenti razionali che permettono di assegnare ai comportamenti umani uno status deontologico, ovvero distinguerli in buoni, giusti, moralmente leciti, rispetto ai comportamenti ritenuti cattivi o moralmente inappropriati.

valori etici«L’etica può anche essere definita come la ricerca di uno o più criteri che consentano all’individuo di gestire adeguatamente la propria libertà nel rispetto degli altri. Essa pretende inoltre una base razionale, quindi non emotiva, dell’atteggiamento assunto, non riducibile a slanci solidaristici o amorevoli di tipo irrazionale … essa ha come oggetto i valori morali che determinano il comportamento dell’uomo».

Essere etici, paga!

C’è un aspetto che è intrigante. Che la leadership etica non è solo qualcosa “che è giusto fare”, “che si deve fare perché è giusto essere etici ed integri dal punto di vista morale”, ma per un’antica legge della natura umana, per fortuna, quando ci si comporta in modo etico alla fine, anche se spesso in prima battuta non sembrerebbe, se ne trae un beneficio personale, oltre che, ovviamente, sociale. Insomma, alla fine, andando alla sostanza, la razza umana è sostanzialmente onesta e sociale, anche se molti comportamenti e il sistema mediatico economico fa di tutto per non farcelo capire.

Una leadership etica, ovvero il rispetto delle regole da parte di un leader, con condotte normativamente appropriate, ha effetti benefici sui “seguaci” (che siano elettori, dipendenti, credenti). Certamente la legge deve aiutare, con regole concrete, aggiornate, semplici, oneste.

In realtà la leadership etica è un concetto relativamente recente e sicuramente relativo ….. che risente moltissimo delle condizioni storiche, culturali, giuridiche ed economiche che caratterizzano un determinato contesto in un certo momento.

Questa definizione di etica ha dunque una contraddizione interna: dovrebbe essere oggettiva e razionale ma, allo stesso tempo, essendo valori e cultura-dipendente, non può che risentire della cornice storica, contestuale e culturale entro cui parliamo di etica.

comportamento eticoScopo dell’etica è la felicità

Etica, abbiamo visto, deriva da ethos, che vuol dire “comportamento”, ma anche “costume”, “abito”, “velo”, ciò che copre. …..Viene da chiedersi quale è il fine travestimento dell’etica.
Per cercare di rispondere può essere utile ritornare ad Aristotele. Nel suo libro l’”Etica nicomachea”, infatti tratta ampiamente del concetto di felicità, intendendolo essere il Fine a cui tende l’uomo che agisce eticamente; felicità dunque come fine dell’individuo che è altro dalla collettività. In questo senso una vita etica è una vita felice. Scopo dell’etica è di portare all’uomo la felicità.

Nell’Etica di Aristotele, però, ciò che porta alla felicità un individuo non porta necessariamente alla felicità anche altri individui, in quanto ciascuno individuo avrà modo di concepire la felicità come ciò verso cui tendere secondo il proprio essere, che non può essere il tendere di tutti.

Secondo Aristotele non esiste un concetto di etica per tutti ….. Esiste tuttavia un “fine supremo” che è comune a tutti, appunto la felicità. …..

Se diamo valore a queste premesse allora un’etica imposta come legge per tutti è solo un tentativo di dominio dell’uomo sull’uomo. In altre parole, diremo che una legge dell’etica non è etica. E non è etica una legge che porti ad una sola felicità, la stessa per tutti. Non può esistere un’etica imposta come non può esistere un tribunale etico. Possono esistere comportamenti etici, che conducono l’uomo, singolo individuo alla felicità.

Ma la regola fondamentale dell’essere sociale è che la tua libertà e i tuoi diritti non possono ledere la libertà e i diritti degli altri. Il leader opera in un gruppo sociale che è tale se ha comportamenti sociali. E questo ci riporta alle condotte normative, altrimenti dette “regole”. …..

cooperazioneAvere, dunque, condotte normativamente appropriate, ad esempio, tramite onestà, fiducia, parità e cura, è la base per rappresentare un modello da imitare ….

La letteratura sul tema della leadership, in generale, è assai  ampia e quella sulla leadership etica individua diversi di questi ritorni positivi:

  1. Aumenta la soddisfazione e il benessere lavorativo …. Quando una persona sta bene ed è soddisfatta del proprio lavoro, migliora anche la performance e la produttività aziendale ….
  2. Non c’è fiducia se non c’è etica. La fiducia è fondamentale per la relazione leader – dipendente, in quanto solo se il dipendente dà fiducia, legittima la posizione del leader, legittima le sue decisioni, e dunque le facilita, le appoggia e le rende più efficaci. ….
  3. Le persone, percependo di  essere in un’organizzazione giusta, si aiutano di più, vicendevolmente, compiendo più spesso i comportamenti di cittadinanza organizzativa, ovvero tutti quei comportamenti prosociali e di altruismo non esplicitamente richiesti né pagati nel contratto di lavoro, ma che giovano in modo determinante all’organizzazione (ad esempio: aiutare i colleghi, introdurre le new entry, …). In un’azienda dove c’è altruismo, la performance e la produttività migliorano.
  4. Migliora la significatività del compito con ripercussioni positive sulla performance lavorativa….. I dipendenti considerano il compito più importante quando ad esso si associano i valori giusti e le credenze condivise. Questo porta a farli lavorare meglio e ad avere performance migliori.
  5. Diminuiscono i comportamenti di mobbing e bullismo lavorativo …. Il leader, per i suoi collaboratori è un esempio di come ci si comporta, se il leader è etico, per rispecchiamento, scoraggia comportamenti di mobbing e bullismo lavorativo, comportamenti che  spesso danneggiano la vita lavorativa non solo dal punto di vista psicologico ma anche dal punto di vista economico e produttivo …. Le aziende in cui si riscontrano condotte non etiche perdono valore
  6. I leader etici vengono valutati più positivamente dai propri subordinati.

comportamenti non eticiPerché i leader non sono etici

Perché, allora, così spesso i leader adottano comportamenti non etici? Cosa spinge i leader ad intraprendere azioni non etiche? I motivi sono vari.

  1. Un mondo degli affari regolato da leggi sotterranee, generalmente decise in accolite ristrette che si spartiscono la ricchezza del pianeta, e che non rispettano quelle ufficiali diventa un vincolo difficile da ignorare. Insomma se un appalto passa attraverso una tangente per un capo azienda rifiutarsi di dare tangenti vuol dire vedersi ridotto in modo significativo il mercato di riferimento.
  2. Se delle leggi sbagliate o delle leggi generate dal “politicamente corretto” comportano dei costi insostenibili o vengono applicate in modo assoluto e rigoroso o introducono sul mercato aziende indifferenti a questi vincoli che competono con notevole vantaggio competitivo, rendendo ancora più ristretto il mercato abbordabile.
  3. Ci sono poi le cause legate alla persona. …. Uno degli antecedenti principali delle condotte non etiche è l’enfatizzazione del sé del leader, che porterebbe alla prevalenza degli interessi del leader, e dunque alla conduzione di azioni volte al soddisfacimento dei propri interessi ….

Il testo integrale su http://www.officineeinstein.eu

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