L’immigrazione va governata

L’immigrazione è sempre al centro dello scontro politico, ma una seria politica dell’immigrazione l’Italia non l’ha mai avuta. Tuttora il testo base è la legge Bossi-Fini che è del 2002 e stabilisce che può entrare in Italia e rimanervi solo chi ha già un contratto di lavoro. Una finzione. Tutti sanno che si regolarizzano persone che già sono qui da irregolari. Una pessima legge che non risolve problemi, ma li crea (chi perde il lavoro diventa irregolare), ma che nessun governo ha avuto il coraggio di cambiare mentre andava in scena la commedia dello scontro tra “accogliamoli tutti” e “respingiamoli tutti”. Un fallimento della politica che il governo prova a rimediare a cominciare dal ristabilire la regola che in Italia si entra col passaporto e col visto.

L’Italia ha bisogno di lavoratori immigrati, ma nel quadro di una politica dell’immigrazione che ha più rami: l’Africa è il primo perché l’”aiutiamoli a casa loro” è la soluzione migliore; gli accordi con i paesi rivieraschi per frenare le partenze (ci provò Minniti nel 2017); ingressi regolari con richiesta presso le ambasciate di permessi per la ricerca del lavoro; regolarizzazione degli irregolari che già vivono qui a patto che frequentino corsi di formazione e lingua; CPR in Albania per alleggerire la pressione degli irregolari da rimpatriare ed allontanarli dall’Italia dove finirebbero per provocare degrado e insicurezza. L’immigrazione va gestita, non si affronta con gli slogan e riguarda tutti, maggioranza e opposizione

22 ottobre 2024

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