L’Italia che piange miseria e rinuncia ai fondi europei

Nell’Italia dei mille sprechi, dei bonus e dei sussidi ci sono spese che proprio non si riescono a fare: quelle serie. Cosa ci dice la tragedia di Ischia? Che un monte è franato perché nessuna autorità pubblica è intervenuta per prevenire la frana. Non un caso isolato, ma l’assoluta normalità di un paese che piange miseria e rimanda indietro la maggior parte dei fondi europei per l’incapacità di spenderli. I fondi 2014-2020 sono stati spesi al 44% ed è già un progresso rispetto al passato. Abbiamo perso fondi che, per la maggior parte, erano destinati alla prevenzione del dissesto idrogeologico.

Il mitico PNRR sta imboccando la stessa strada. L’Italia ha ricevuto finora 67 miliardi di euro quasi sulla fiducia, ma la spesa sta frenando. Bisognava spendere 42 miliardi a fine 2022, ma si chiuderà a 15. E si tratta di opere già previste anni fa per le quali i fondi europei hanno sostituito stanziamenti ordinari di bilancio. In Europa non sono scemi e i soldi arrivano solo se la spesa è documentata. Il problema sarà spendere tutti i 200 miliardi previsti. Rassegniamoci: una parte li perderemo. Nell’Italia che piange miseria si rinuncia allo sviluppo e le uniche spese che corrono sono quelle inutili. Peggio per noi

2 dicembre 2022

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