Mascherine. Dall’obbligo alla consapevolezza

Pubblichiamo una sintesi di un documento della Fondazione Gimbe sull’uso delle mascherine. Occorre ribadire concetti già noti eppure messi in discussione in modo irresponsabile perché il rifiuto delle mascherine è stato al centro di innumerevoli polemiche e strumentalizzazioni politiche. Abbiamo tutti ben presenti le immagini e le dichiarazioni di Salvini contro l’uso delle mascherine. In questo modo ha dato una sponda politica a un movimento di opinione tra i più deleteri che ci siano mai stati, quello dei negazionisti, ma, soprattutto, ha seminato confusione tra gli italiani facendo loro credere con le parole e con l’esempio che non ci fosse bisogno di proteggersi dal virus. Le conseguenze le stiamo scontando adesso.

Ma ripercorriamo il documento della Fondazione Gimbe.

Le evidenze scientifiche dimostrano che la trasmissione del virus SARS-CoV-2 avviene quando le particelle virali espulse dalla bocca o dal naso di una persona infetta, anche asintomatica, contagiano un altro individuo attraverso la bocca, il naso o gli occhi. Evidenze da studi di laboratorio indicano che alcuni tipi di mascherine sono efficaci nel bloccare i droplet in grado di trasportare le particelle virali espulse dalla bocca o dal naso con tosse o starnuti, ma anche mentre si parla o si canta. Inoltre, il SARS-CoV-2 può inocularsi anche attraverso gli occhi, non protetti dalla mascherina.

Inoltre è documentato che SARS-CoV-2 può essere trasmesso anche attraverso droplet molto piccoli (aerosol), che possono raggiungere diversi metri dalla sorgente e negli spazi chiusi, specialmente se poco aerati, rimanendo sospesi nell’aria per diverse ore. All’aperto invece questa modalità di trasmissione è molto rara.

Gli studi basati sull’osservazione hanno concluso che l’uso di mascherine chirurgiche in ambienti pubblici si associa ad una riduzione del rischio di infezione

Il documento di Gimbe elenca alcune raccomandazione a Governo e regioni.

Al centro vi è la realizzazione di campagne di informazione complete ed esaustive (spiegare l’efficacia, chiarire quali tipi di mascherine vanno usate, spiegare come e quando usarle), per promuovere l’utilizzo delle mascherine adattandole al livello culturale delle popolazioni target, utilizzando differenti linguaggi e media, inclusi quelli non digitali.

Una specifica raccomandazione riguarda la fornitura gratuita di mascherine per le persone che non possono permettersi di acquistarle.

Un’ulteriore raccomandazione ricorda che le mascherine vanno utilizzate insieme – e non in sostituzione di – ad altre misure di protezione: il rigoroso e frequente lavaggio delle mani, il distanziamento sociale, il rispetto delle regole di igiene respiratoria su tosse e starnuti, oltre al miglioramento dell’areazione dei locali.

La necessità di indossarle è ovviamente maggiore negli spazi chiusi (es. trasporti pubblici, negozi, luoghi di culto, di lavoro e di intrattenimento) dove spesso l’areazione è limitata, la capacità di trasmissione aumenta, e le persone che lavorano in quegli spazi rischiano un’esposizione prolungata alle particelle virali. All’aperto è fondamentale la distanza più che l’uso della mascherina. Gli assembramenti sono quindi il rischio maggiore.

I paesi e le regioni in cui vige l’obbligo di indossare la mascherina hanno mostrato una maggiore aderenza rispetto a quelli in cui l’utilizzo è volontario. Invece delle sanzioni pecuniarie per coloro che non indossano la mascherina sono preferibili informazione e coinvolgimento della popolazione intesa come un partner in una strategia condivisa di salute pubblica.

Un problema può essere il senso di falsa sicurezza. In particolare l’obbligo di mascherina potrebbe costituire un alibi per allentare le regole di distanziamento fisico e altre misure ambientali di protezione, aumentando il rischio complessivo di contagio con una minore percezione del rischio.

Quali benefici indiretti potrebbero derivare dall’obbligo di mascherina? Un probabile vantaggio consiste nel ricordare alle persone che siamo ancora nel mezzo di una pandemia mortale rinforzando il messaggio sull’importanza di tutte le misure di protezione e sottolineando come il loro utilizzo debba costituire “la nuova normalità”.

Nel documento si torna più volte sulla necessità di campagne di comunicazione perché, considerato che dovremo convivere con questo problema per mesi, o addirittura anni, vale la pena investire nella comunicazione promossa innanzitutto dalle istituzioni, ma anche da altri soggetti.

Per riassumere il senso del documento si potrebbe ricorrere ad una frase sintetica: informare per capire; capire per essere parte attiva

Claudio Lombardi

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