I mali degli Usa anticipano il futuro?
Gli Usa hanno sempre anticipato il futuro: mode, idee, stili di vita. Accadrà anche con gli eventi di questi giorni?
L’assalto a Capitol Hill cioè alla massima istituzione degli Stati Uniti è stata l’esplosione di una pressione che si è accumulata nel corso del tempo, che Trump ha saputo raccogliere e potenziare per scagliarla, infine, contro la democrazia. Il goffo tentativo di far saltare la proclamazione di Biden mimando il colpo di stato della plebe inferocita non è riuscito, ma la pressione non si è dissolta. Nasce sicuramente dalle molte insoddisfazioni che una società segnata da profondi conflitti e disuguaglianze ha generato, ma ha trovato una strada per esprimersi grazie a quella capacità di falsificare la realtà costruendone altre parallele che ha trovato in Trump il suo massimo interprete. Sono decine di milioni gli americani che hanno creduto alla frottola delle elezioni truccate. Allenati da molti anni di disconoscimento della realtà non hanno dato alcun peso alle “evidenze scientifiche” del pieno rispetto delle procedure democratiche e del superamento di ogni tipo di controllo e di giudizio basato sulla valutazione giuridica dei fatti. Milioni di persone hanno creduto alle affermazioni di un presidente che non ha mai portato neanche un indizio a sostegno delle sue accuse e che ha perso tutti i ricorsi presentati dai suoi avvocati. A dar loro verità, come in un gigantesco reality televisivo, è bastata l’insistenza urlata e ripetuta infinite volte e la gente lo ha seguito.
Le menzogne e le falsificazioni, l’invenzione di verità parallele sono sempre state alla base di quella manipolazione delle masse che serve per mobilitarle e trasformarle in una massa di adepti incapaci di riconoscere la realtà. Nella storia gli esempi sono innumerevoli, dalla persecuzione degli ebrei fino alle follie della setta QAnon che accusa Obama e Clinton di nutrirsi del sangue dei bambini stuprati. I folli di questa setta sono tra i più accesi sostenitori di Trump che ha loro dichiarato, insieme a suprematisti bianchi e neonazisti, la sua comprensione, affetto e stima (“I love you, you are special” ha detto nel video con il quale li pregava di tornare a casa dopo l’assalto). Quando un presidente degli Stati Uniti si rivolge così a bande di gente che non riconosce nessuno dei valori che hanno contraddistinto la rinascita dell’Occidente dopo le guerre mondiali vuol dire che una trasformazione si sta compiendo verso una società divisa in tribù e basata sulla gerarchia della forza.
Trump ha usato l’immensa potenza della comunicazione per reiterare uno schema collaudato di manipolazione delle masse e di sovvertimento di un ordine sociale. È ovvio che i perdenti della globalizzazione sono sensibili ad un messaggio di ritorno alla forza e alla centralità degli interessi degli americani. Meno ovvio che pensino di esserne proprio loro i beneficiari. Ancor meno che vedano nelle bande armate di gente fuori di testa l’avanguardia di una parte politica nella quale si riconoscono. Fuori da una concezione tribale della società e da un orientamento culturale che rifiuta le verità basate sulla conoscenza scientifica, le istituzioni della democrazia e l’uguaglianza tra gli esseri umani questa parte degli americani non vuole andare. Nella migliore delle ipotesi antepone il proprio interesse ad ogni altra considerazione. Ci penserà Biden a dare risposte concrete ai problemi di chi ha patito i colpi della crisi, ma non bisogna illudersi che sarà sufficiente.
Il processo di disgregazione dei valori è andato troppo avanti e se tanta gente è abituata a cercare verità alternative, se è abituata a nutrirsi di fake news, continuerà a farlo perché accettare la complessità è difficile, ammettere la propria ignoranza pure ed è più gratificante e comodo cercare risposte semplici propalate da tanti creatori di falsità con arroganza e determinazione.
Non è detto che questo sia il futuro. Il nostro futuro. Di certo è un presente anche troppo pesante negli Usa e lo è nonostante gli 80 milioni di voti per Biden. Per fermare questa degenerazione ci vuole sicuramente meno disuguaglianza, ma soprattutto ci vuole un’enorme capacità di rieducare le menti a riconoscere il mondo reale e ad operare per risolverne i problemi. Ci vuole anche la forza di contrastare con durezza le falsificazioni che vengono diffuse con una alleanza tra media, scienza e cultura. Bisogna sperare che nessun altro Trump o trumpino di casa nostra si faccia avanti per portarci nel suo mondo di odio, violenza e sopraffazione
Claudio Lombardi
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