Povero Putin costretto a fare la guerra
Dice il Putin che “nel dicembre del 2021 la Russia ha inviato agli Stati Uniti e alla Nato un progetto di garanzia e sicurezza che è stato completamente respinto: «E’ diventato chiaro quindi che la minaccia sarebbe cresciuta di giorno in giorno e che per febbraio del 2022 tutto era pronto per nuove azioni violente nel Donbass.”.
Il Putin omette però un paio di cose (almeno).
Nel dicembre del 2021 le truppe russe erano già ammassate ai confini ucraini. E si sa che gli USA avevano avvisato gli alleati europei dell’invasione già nell’ottobre del 2021 (https://tinyurl.com/45brwvsx). Quindi, presentare l’ invasione (pardon: operazione speciale) come una conseguenza del rifiuto delle sue proposte di sicurezza è decisamente una scusa un po’ patetica. Non dubito, comunque, che qui da noi ci sia qualcuno che ci crede.
A parte questo, cosa conteneva quel progetto di garanzia e sicurezza? Lo trovate qua (https://tinyurl.com/mu4kw98e ) fonte ufficiale russa.
Al di là dei preamboli e delle belle parole, i punti chiave sono gli articoli 4 e 7.
Andiamo per ordine.
L’articolo 4 dice “The Russian Federation and all the Parties that were member States of the North Atlantic Treaty Organization as of 27 May 1997, respectively, shall not deploy military forces and weaponry on the territory of any of the other States in Europe in addition to the forces stationed on that territory as of 27 May 1997.” Vale a dire: la Russia e quei paesi che erano nella NATO prima del 27 maggio 1997 non dispiegheranno forze militari in altri Stati europei oltre quelle presenti al 27 maggio 1997. Tradotto. Tutti i Paesi dell’Est Europa, dalla Polonia ai Baltici, sono entrati nella NATO a partire dal 1999 (https://tinyurl.com/2s3j69m4 ) e la proposta russa era quindi, di fatto, di neutralizzare la presenza NATO nell’Est Europa. Il riferimento alla data precisa del 27 maggio 1997 è all’accordo di mutua collaborazione (https://tinyurl.com/4wxfju2r ) siglato da Eltsin e Clinton che stabiliva una nuova coesistenza dopo la guerra fredda. Da notare che, a quella data, ancora erano presenti scampoli di truppe russe nei territori dell’Europa centrale ed orientale (per esempio in Lettonia, da cui l’ultimo russo si ritirò nel 1999). Fu sempre con quell’accordo del 1997 che si posero le basi per l’allargamento a est della NATO, che fu infatti deciso poco dopo, a Madrid, nel luglio 1997 (https://tinyurl.com/bdzyf9fh ) e attuato, come detto, dal 1999. Quindi, si ritorna a prima del 1997, a prima che si firmasse l’accordo che poneva le basi per un possibile futuro allargamento a Est della NATO.
Articolo 7. “The Parties that are member States of the North Atlantic Treaty Organization shall not conduct any military activity on the territory of Ukraine as well as other States in the Eastern Europe, in the South Caucasus and in Central Asia.” I Paesi NATO non dovranno condurre nessuna attività militare (quindi manco esercitazioni) in Ucraina, Europa dell’Est, Caucaso e Asia Centrale. Si glissa elegantemente sul fatto se ciò debba valere, oltre che per la NATO, anche per la Russia.
In poche parole, il progetto di garanzia inviato da Putin, e stranamente non accettato dall’Occidente, prevedeva il ritorno indietro dell’orologio al 1997. Tra le righe, lo stesso progetto di garanzia, intendeva riesumare la sostanza del predominio russo su Europa Centrale e Orientale (oltre che sul Caucaso). In definitiva, sempre tra le righe, si spianava la strada ad una futura ricostituzione dell’Unione Sovietica del XXI secolo.
Strano che non sia stato accettato. Mi immagino i salti di gioia di Baltici e Polacchi all’idea di ritornare sotto la sfera russa in una rinnovata URSS, sono certo che non aspettino altro.
E quindi, povero Putin, lui voleva la pace, ma gli hanno respinto il suo bel progetto di garanzia e sicurezza. E quindi è ovvio che non gli rimaneva altro da fare se non invadere l’Ucraina, cosa a cui, prudenzialmente, si stava però preparando da almeno due mesi (o due anni?) prima di consegnare l’equilibratissimo progetto. Per chi ci crede e vuol credere…
Jack Daniel (tratto dalla sua bacheca facebook)
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